Sale l’occupazione in Svizzera. Il 20% dei frontalieri lavora in Ticino ed è italiano

Nel primo trimestre del 2023 la Svizzera contava 5,238 milioni di persone occupate, ovvero il 2,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2022.

Di questi 1.707 milioni è straniero e occupato a tempo pieno. Il settore terziario pesa per il 68,6% del totale, dimostrando come gli stranieri preferiscano attività legate ai servizi che all’agricoltura e alla manifattura industriale.

Per quanto riguarda i frontalieri, ciò che emerge è che il 60% dei lavoratori di questa categoria si accentra in tre soli cantoni, uno solo confinante con l’Italia: il Ticino, infatti, è secondo nella classifica dei Cantoni svizzeri per numero di lavoratori frontalieri (evidentemente italiani). Qui si concentra il 20,4% della forza lavoro straniera attiva in Svizzera. Il record spetta al Cantone di Ginevra che ospita il 27,4% dei lavoratori frontalieri e il Canton Vaud che ne accoglie 10.8% (tutti francesi). Il resto è sparpagliato in altri cantoni ma le percentuali sono insignificanti. Nel quarto trimestre del 2022 abitava in Italia il 23,5% della manodopera frontaliera straniera attiva in Svizzera.

Svizzera: nuove regole per il trasporto merci transfrontaliero

Leale concorrenza e sostenibilità sociale. Sono queste alcune delle ragioni che hanno spinto il Consiglio Federale Svizzero a proporre una modifica sostanziale alla legge che regolamenta l’attività di trasporto merci internazionale, su strada.

La proposta prevede di estendere l’obbligo di licenza anche alle aziende che utilizzano furgoni tra le 2,5 e le 3,5 tonnellate. Oggi, tale documento, era richiesto solo per l’attività di trasporto merci eseguita con mezzi che superano le 3,5 tonnellate di peso complessivo.

Se la proposta di modifica venisse accettata, il trasporto di beni transfrontaliero subirà delle modifiche sostanziali che, però, non coinvolgeranno il trasporto ma non coinvolgerà professionali di materiale e di attrezzatura degli artigiani.

L’obiettivo della Confederazione è di garantire operatività solo alle aziende di trasporto che adempiono a specifiche condizioni, per tutelare i lavoratori e l’ambiente. Nel dettaglio, la richiesta è di dimostrare attraverso la licenza in questione, condizioni di affidabilità, capacità finanziaria e professionale.

C’è poi la volontà di contrastare le cosiddette «società buca lettere», ovvero ditte che aprono filiali di comodo per aggirare il divieto di cabotaggio, o per approfittare di standard sociali inferiori per gli autisti. Per aumentare l’efficienza dei controlli si punterà ora a migliorare il flusso di informazioni tra le autorità competenti degli Stati membri dell’UE e della Svizzera.