La Svizzera e l’Italia condividono 744 km che la Confederazione elvetica ha deciso di sigillare a partire dal 24 settembre per prevenire l’immigrazione clandestina. Questa decisione è stata appoggiata da Francia e Austria, che hanno anche militarizzato i loro confini con l’Italia.
Questo significa che è stato violato l’accordo di libera circolazione di Schengen? I controlli all’ingresso in Ticino sono particolarmente severi, soprattutto sui treni, che sono il mezzo di trasporto preferito dai migranti. I primi controlli vengono effettuati alla Stazione Centrale di Milano, dove sono aumentati i controlli sui biglietti dei treni diretti in Svizzera. La stazione di Como San Giovanni è il secondo punto di controllo, dove sono presenti sia la Guardia di Finanza che la Polizia di Stato.
Sono loro che effettuano i controlli dei passaporti e dei documenti a bordo dei treni, mentre all’esterno i furgoni militari sorvegliano la stazione e gli eventuali fuggitivi. Sono pochissimi, anzi praticamente inesistenti, i migranti che salgono su questi treni: i convogli in arrivo vengono perquisiti a fondo e il senso di allerta è molto alto, ma l’efficienza permette al territorio svizzero di rimanere sicuro e sorvegliato. I confini italo-svizzeri corrono per lo più lungo la linea alpina e sono quindi difficili da attraversare; nonostante ciò la Confederazione si sta organizzando seguendo l’esempio della Francia, dotandosi di droni.
La Confederazione ha già posizionato nuove guardie di frontiera “di stanza” ai confini italiani e richiamate dalla Svizzera tedesca, in particolare nella zona di Chiasso. Il Ticino, proprio per la sua vicinanza all’Italia, è il cantone più colpito dalla pressione e Chiasso, essendo contigua a Como, è la città dove l’attenzione è maggiore.