La Rivista

In che modo avviene l'apprendimento? Studiare per due o tre anni e poi basta – non funziona! È essenziale dedicarsi alla musica giorno per giorno, sviluppando le competenze nel tempo, perché l'apprendimento non ha mai fine. È un processo di continua espansione, simile all'universo. Io, ad esempio, non sono mai andata a scuola di jazz. È stato mio papà a motivarmi molto a intraprendere questa strada. Ho studiato da autodidatta la musica e ho avuto la fortuna di incontrare dei grandi mentori. Uno dei primi era il Maestro Renato Sellani che mi ha aiutato a sviluppare la curiosità e di scoprire la vitalità. Fare musica è come vivere la vita: si fanno scelte, si commettono errori ma si ottengono anche successi, poi i maestri forniscono indicazioni su come migliorare. Da diversi anni si presenta regolarmente sul palco al livello internazionale. Come si sente oggi nel suo ruolo di jazzista? Mi sento più libera. Questo è dovuto allo studiare e al fare, un cammino verso la libertà. Non sono ancora arrivata al punto che desidero raggiungere. Spero di arrivarci un giorno. Nel mio percorso artistico mi sono accorta di una cosa importante: più studi, più è rigoroso il tuo cammino e più ti puoi liberare. Per sentirsi completamente libera, che cosa le manca? È difficile dirlo. Secondo me, di principio, per sentirsi liberi bisogna conoscere il valore della disciplina, nel senso che bisogna essere molto disciplinati. Poi bisogna avere i giusti maestri che non solo insegnano gli aspetti tecnici della musica, ma anche gli aspetti spirituali. Queste lezioni combinate con il proprio cammino, composto da salite e discese, con cadute e rialzamenti, ti fanno avvicinare sempre di più alla propria libertà assoluta. Quindi, è importante non perdere mai lo spirito. È la scintilla vitale. Se manca il desiderio di andare avanti, non si vive più. Quali sono i suoi progetti futuri? Gli ultimi anni sono stati difficili per me, a causa della scomparsa di mio padre e di molti dei miei mentori durante la pandemia. Tutto questo mi ha colpito molto. Mi sto rimettendo in piedi e cerco di prendermi del tempo per sviluppare i prossimi progetti. Al Detroit Jazz Festival a settembre presenterò il mio disco in uscita realizzato con il pianista argentino Pablo Ziegler, un importante collaboratore di Astor Piazzolla. È un disco inteso come l'incontro tra jazz e tango. Inoltre, sto per incidere un nuovo disco con diversi pezzi elaborati negli ultimi anni, che rispecchiano un po' quello che in questo momento rappresento sul palco. Il disco vedrà la presenza del pianista Cyrus Chesnut. E infine sto portando avanti un progetto sinfonico. Si tratta di una registrazione con un'orchestra sinfonica della Toscana. La Rivista · Giugno 2024 71

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