La Rivista

non solo attraverso numerose copie manoscritte, ma anche «soprattutto per l'uso del testo dai religiosi, che lo citavano dal pulpito, come exempla durante le prediche». Marco Polo, oltre a descrivere le terre visitate, parla anche dell'isola di Cipangu (Giappone), per la prima volta citata in uno scritto europeo, che egli colloca all'orizzonte delle coste della Cina. Il suo racconto infiammò la fantasia degli europei, che da tempo speravano in una alleanza con il leggendario regno cristiano dei discendenti di Preste Gianni. Parlando di Karakorum, il viaggiatore veneziano racconta: «Caracorum è una città che gira tre miglia, nella quale fu primo signore ch'ebbero i Tartari, quando essi si partirono dalla loro contrada. E io vi conterò di tutti i fatti dei Tartari, e com'essi ebbero signoria e com'essi si sparsero per il mondo... Or avvenne che i Tartari si moltiplicarono molto. Quando Preste Gianni vide ch'essi si moltiplicavano così, pensò ch'essi gli potessero nuocere, e pensò di dividerli per più terre. Dunque mandò suoi baroni per fare ciò; e quando i Tartari udirono quello che il signore voleva fare, essi ne furono molto dolenti. Allora si partirono tutti insieme e andarono per luoghi deserti verso tramontana, tanto che Preste Giovanni non poteva loro nuocere… E così dimorarono uno grande tempo». Marco Polo racconta ancora molte altre imprese di questo leggendario Preste Gianni o Giovanni, conosciuto in Europa anche come Giani, Gianne o semplicemente Preste. In realtà si trattava di persone diverse. Tra le tante città di cui si parla nel Milione, una in particolare, Zaitòn (Catun o Zartom), l'odierna città di Chin-Chianghsien, sullo stretto di Formosa, avrebbe suscitato l'interesse dei commercianti europei con alla testa il fiorentino Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397-1482). «Si trova — si legge — una città ch'à nome Zartom, chè molto grande e nobile, ed è porto ove tutte le navi d'India fanno capo, con molta mercanzia di pietre preziose e d'altre cose, come di perle grosse e buone. E quest'è il porto de li mercanti del Mangi [Cina]... ché questo è l'uno de li due porti del mondo dove viene più mercanzia». Era naturale quindi che si cercasse di utilizzare le informazioni del Milione per l'elaborazione delle prime raffigurazioni di quelle lontane regioni. La più importante di queste rappresentazioni è la cosiddetta Carta catalana del 1375, attribuita a Jafuda Cresques o Mestre Jacme de Maiorca. In essa, antichi miti e leggende e il racconto di Marco Polo si fondono insieme. Così, all'estrema parte nord-orientale, troviamo il gran signore di Gog e Magog, Alessandro Magno con il diavolo, l'Anticristo. Più a sud, si estende, invece, il grande Catayo. Il Catayo era la Cina Le relazioni dei missionari avevano, intatto spinto papa Niccolò IV (12271292), al secolo Girolamo Masci, 191º pontefice della Chiesa cattolica dal 25 Il leggendario Preste Gianni in una carta geografica del XVI secolo La Rivista Cultura La Rivista · Giugno 2024 48

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=