La Rivista

febbraio 1288, il primo francescano a salire sul Soglio di Pietro, a promuovere ulteriori contatti con l’Asia estrema. Sotto il suo pontificato che, nel maggio del 1291, vide cadere la città di Acri e con questa l'ultimo baluardo cristiano in Terrasanta, furono organizzati nuove missioni in Oriente. La più importante delle quali fu guidata dal frate minore francescano Giovanni da Montecorvino (Salerno), che dopo un suo lungo soggiorno in Armenia e in Persia, nel 1289, lo stesso papa Niccolò lo inviò nel lontano Cataio, dove fu accolto con benevolenza dallo stesso imperatore Kublai Khan, che faceva un calcolo più politico che religioso. La sua era una dinastia mongola, che mal sopportava le originarie dottrine religiose dei cinesi, gli tornava quindi utile che nuovi credi incrinassero le credenze dei suoi sudditi, cosa che era successa con l'influenza esercitata dall'islam in alcune regioni occidentali di quel vasto impero. Nel 1304, per aiutare Giovanni da Montecorvino, era già giunto a Pechino il confratello tedesco Arnaldo o Arnoldo da Colonia, e papa Clemente V, nato Bertrand de Got o Gouth (12641314), il 195º Pontefice della Chiesa cattolica, dal 14 novembre 1305, inviava in Cina, nel 1307, come coadiutori altri francescani, che, su incarico del Pontefice consacrarono Giovanni di Montecorvino arcivescovo di Pechino e Sommo Vescovo di tutta la Cina, dove ricoprì quella carica fino alla sua morte avvenuta a Pechino nel 1328. Tra i suoi coadiutori, Giovanni di Montecorvino ebbe anche il confratello friulano Odorico di Pordenone, che di ritorno da quella missione redasse un interessante relazione di Viaggio nelle Indie o Itinerarium Terrarum, conservata alla Biblioteca Riccardiana di Firenze. Pordenone ha dedicato a questo suo illustre figlio una parrocchia e di recente una nuova chiesa su progetto dell’architetto svizzero Mario Botta. La Historia Mongalorum di Giovanni da Pian di Carpine (1247), l' Itinerarium di Guglielmo di Rubruck, il Milione di Marco Polo e i racconti di altri missionari e viaggiatori avevano creato in Europa molto interesse e fecero crescere la voglia di una maggiore e migliore conoscenza di quelle terre e dei loro abitanti. La riscoperta della Geografia di Tolomeo ed il forte influsso da essa esercitata non facilitò di certo il lavoro dei cartografi del XV secolo. Il Cathay di Marco Polo, con tutte le sue città e le sue favolose ricchezze, fu infatti relegato a nord della Grande Muraglia. Al suo posto si inventarono un supposto regno di Tarse e l'immaginario Mangi ed il paese dei Seri, mentre il nome di India veniva esteso fino all'estrema parte meridionale del continente asiatico. Ci vollero oltre tre secoli dal racconto di Marco Polo, per appurare che il suo Catayo, il Mangi e il Paese dei Seri fossero, in effetti, la Cina. La cosiddetta "casa di Marco Polo" a Curzola (in Dalmazia), è una delle principali attrazioni turistiche dell'isola. Si tratta in realtà di un noto falso storico, in quanto fu costruita due secoli dopo la sua morte La Rivista · Giugno 2024 49

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