La Rivista

suo Impero e, vista l’importanza della missione, mandò con i Polo, come suoi ambasciatori, due padri domenicani, Guglielmo da Tripoli e Nicola da Piacenza. Mentre la missione, capeggiata dai fratelli Polo, nel 1271, ripartiva dalla Palestina per il Catai, Khublai, proprio in quello stesso anno, fondava la nuova Dinastia Yuan. Dopo aver consolidato la sua posizione nelle zone già occupate, organizzò una vasta offensiva contro tutto ciò che rimaneva della vecchia Dinastia Song del Sud (1127-1279), fondata, come la Dinastia Song del Nord, dall’imperatore Song Taizu già nel 960. Sconfitti definitivamente, nel 1279, gli eredi dei Song, la dinastia mongola dei discendenti di Gengis Khan, avrebbe regnato su quello che loro chiamavano Katai fino al 1368. Oltrepassando i vecchi confini dell’Impero Song, limitato alle zone settentrionali del Paese, i mongoli si spinsero sempre più a sud sottomettendo tutta la Cina compresa negli attuali confini. Kublai Khan promosse la crescita economica dell'impero e la sua più grande impresa fu la ricostruzione del Gran Canale della Cina, fatto realizzare, a partire dal 605, dall’imperatore Yangdi della dinastia Sui (581-618), il canale più lungo del mondo che, con i suoi 1.776 km, mette in comunicazione i fiumi Giallo e Azzurro. Kublai Khan cercò di imporre nella politica interna usi e costumi delle antiche tradizioni mongole, che, con il perdurare del suo regno, entrarono sempre più frequentemente in conflitto con la cultura tradizionale cinese negli ambiti dell'economia, della società, e, soprattutto, della filosofia di vita (religione). Introdusse inoltre la moneta cartacea, benché l'inflazione e l'assenza di una disciplina fiscale finissero con il convertire in un disastro l'iniziativa. Anche se ufficialmente incoraggiò le arti cinesi e dimostrò tolleranza religiosa, fatta eccezione per il taoismo, per attenuare la supremazia del confucianesimo e del buddismo, tollerò la diffusione in Cina dell’islam e del cristianesimo. I fratelli Polo, accompagnati da Marco, dopo un viaggio durato tre anni e mezzo, portarono la lettera di papa Gregorio X a Kublai Khan. Marco rimase in quel paese ancora per circa 20 anni, e dopo, che, nel 1295, ebbe fatto ritorno in patria, fu fatto prigioniero dai genovesi nella battaglia navale dell'isola dalmata della Curzola (8 settembre 1298). Suo compagno, nelle carceri di Genova, fu Rustichello da Pisa, al quale, il veneziano dettò le memorie del suo viaggio, poi raccolte nel Milione, scritte in lingua d’oil (francese) con titolo originale Le dévisement du Monde, che cambieranno in modo decisivo la visione che gli europei avevano di quelle lontane terre. Il leggendario Preste Giani Il sensazionale racconto di Marco Polo sui diciassette anni trascorsi alla corte di Kublai Khan e in viaggio per tutto il Catai, copiato e tradotto in diverse lingue, costituì infatti un primo punto di riferimento per gli studiosi europei che si occupavano dell’Asia. Con la diffusione delle prime copie del Milione, l'Europa scopriva infatti, sotto forma del sensazionale e del meraviglioso, un vastissimo continente che fino ad allora era stato relegato soltanto nel campo del fantastico. La sua diffusione avvenne La carovana di Marco Polo, rappresentata nell’Atlante catalano del 1375, attribuito a ad Abraham Creaques La Rivista · Giugno 2024 47

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