La Rivista

National proprio in vista di questa tornata elettorale. Il centrosinistra regge in Spagna e in Italia Ha tenuto in Spagna il centro-sinistra di Pedro Sanchez, che ha ottenuto il 30% dei voti, mentre il Partito popolare è arrivato primo con il 34% dei voti. Infine, in Italia, la premier Giorgia Meloni ha incassato la vittoria di Fratelli d’Italia come voto di gradimento per il suo governo (la percentuale di preferenze ottenuta, il 28%, è in effetti superiore a quella registrata nelle elezioni del 2022), ma non è andata male al Partito democratico, che ha ottenuto il 24% dei consensi – erano il 19% alle ultime elezioni politiche. In netto calo i voti del Movimento 5 Stelle (il 10%) rispetto al risultato delle politiche del 2022 (16%) – il suo peggior risultato di sempre, - mentre il partito di Forza Italia (con Noi Moderati), con il 9,5%, supera quello della Lega, all’8,9% - partito, quest’ultimo, che ha subito un crollo di voti rispetto al 34% raggiunto alle politiche del 2019. Cresce l’Alleanza Verdi e Sinistra, che raccoglie il 6,7% dei consensi, mentre non superano la soglia di sbarramento del 4%, e quindi non avranno parlamentari a Bruxelles, i partiti di Matteo Renzi, alleato con Più Europa, e Carlo Calenda. Il voto degli italiani all’estero In controtendenza rispetto al dato nazionale i risultati espressi dagli elettori italiani residenti all’estero: il più votato è il Partito democratico, che raggiunge il 30% dei consensi, seguito da Fratelli d’Italia, con il 18%, Alleanza Verdi e Sinistra con il 17%, il Movimento 5 Stelle con il 7%, Stati Uniti d’Europa con il 6%, Forza Italia con il 5%, così come Azione, e infine la Lega con il 3,7%. Osservando i risultati disaggregati per Paesi, Fratelli d’Italia risulta essere il partito più votato dai connazionali che si sono recati ai seggi allestiti nelle rappresentanza diplomatico-consolari in Spagna, Slovenia, Croazia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Lituania e Lettonia, mentre il Pd si conferma il primo partito in tutti gli altri Paesi dell’Unione, tranne che per Austria e Finlandia. In entrambi questi Paesi il partito che ha ottenuto più consensi è stato Alleanza Verdi e Sinistra. Hanno partecipato al voto in questo caso 118.731 persone su 1.661.949 aventi diritto, il 7,14% del totale, dato che non si discosta di molto all’affluenza del 2019, che era stata del 7,8%. Novità di questa consultazione elettorale è stata la possibilità data agli studenti italiani fuori sede di poter votare, in caso di richiesta, nel luogo di studio – in Italia. I dati così raccolti mostrano la preferenza accordata ad Alleanza Verdi e Sinistra, primo partito con il 40% dei voti, seguito dal Partito democratico con il 25%, Azione con il 10%, Movimento 5 Stelle e Stati Uniti d’Europa con il 7%, Fratelli d’Italia solo al 3%. Hanno votato con questa modalità 17.561 studenti. La maggioranza ‘Ursula’ alla prova dei franchi tiratori Nel complesso, dunque, nonostante la crescita di consensi delle destre più radicali, la formazione di centro destra dell’Unione, il Ppe, si conferma come la maggioritaria con 188 seggi sui 720 complessivi. Segue il Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici con 136 seggi – 3 in meno rispetto al Parlamento uscente; il Gruppo dei liberali Renew Europe, con 75 seggi – 27 parlamentari in meno rispetto alla scorsa legislatura; il Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei con 83 seggi – 14 in più di prima; il Gruppo Identità e Democrazia con 58 seggi – cresciuto di 9 seggi; il Gruppo dei Verdi con 54 parlamentari – diminuito di 17 seggi; il Gruppo della Sinistra con 39 seggi – rimasto all’incirca invariato. La proiezione, aggiornata al 27 giugno e disponibile sul sito ufficiale del Parlamento europeo, si basa sulla struttura del Parlamento uscente. Alla luce di questi numeri, la riconferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea è affidata alla stessa maggioranza creatasi a suo favore nel Parlamento uscente, la cosiddetta maggioranza “Ursula”, composta da Ppe, Socialisti e Democratici e Renew Ursula von der Leyen e Kaja Kallas La Rivista · Giugno 2024 16

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