zione di rilievo nonostante le sue non grandi dimensioni, i tassi di crescita devono insomma essere valutati tenendo conto del loro tipo di realtà. Dalle cifre emerge che nel decennio 2005-2014 la crescita annua media delle economie avanzate è stata dell’1,5%, mentre quella della sola Svizzera è stata del 2,2%. La differenza come si può osservare è nettamente a favore dell’economia rossocrociata e ciò suona come una conferma del fatto che sono sbagliate le critiche ad una Confederazione elvetica che sarebbe stata lenta e impacciata nell’approccio allo scenario degli anni Duemila. Non è così e i numeri lo mostrano. A questo bisogna poi aggiungere che nel periodo successivo (2015-2022) in quattro casi su otto la Svizzera ha avuto una crescita annua superiore alla media delle economie avanzate. Il luogo comune di una Confederazione elvetica che secondo i critici andrebbe troppo piano non trova riscontro nei dati. L’ultima fase Per quel che riguarda il 2023, il Fondo monetario internazionale nel suo Outlook reso noto nel gennaio di quest’anno indica una media di crescita dell’1,6% per le economie avanzate. Nei dati pubblicati nel marzo di quest’anno, la Segreteria di Stato dell’economia fornisce come sempre le due versioni della crescita elvetica: da una parte quella destagionalizzata (tiene conto degli effetti di calendario) e corretta dagli eventi sportivi (la Svizzera è sede di grandi organizzazioni sportive internazionali, i cui eventi hanno indotti economici rilevanti); dall’altra quella al lordo, che non contiene quindi le correzioni citate. La prima versione, quella con le correzioni, è di un aumento del PIL elvetico nel 2023 pari all’1,3%; la seconda versione, quella al lordo appunto, è di un incremento del PIL pari allo 0,8%. Nel primo caso la crescita svizzera è non di molto inferiore alla media delle economie avanzate, nel secondo caso lo è più marcatamente, ma va opportunatamente inquadrata nel contesto europeo. Se il rallentamento elvetico l’anno scorso è stato maggiore di quello della media delle economie avanzate, è anche vero che il raffronto con le principali economie europee mostra che la Svizzera è tra i Paesi del Vecchio continente che più hanno limitato la frenata dell’economia. Gli Stati Uniti nel 2023 hanno fatto una corsa a parte, con una robusta crescita del 2,5%, l’Europa invece nella gran parte dei casi ha registrato batture d’arresto, più o meno consistenti. Secondo l’FMI, la Germania è stata tra i pochi Paesi in recessione annua nel 2023, con un -0,3%; la crescita del Regno Unito è stata dello 0,5%; la Francia ha registrato una crescita dello 0,8%, l’Italia dello 0,7%. Quindi, se si prende la versione SECO con il PIL al lordo, la Svizzera è andata meglio della prima e della seconda economia europea (rispettivamente Germania e Regno Unito). La Svizzera è andata inoltre come la terza economia europea (la Francia) e meglio della quarta (l’Italia). Se invece si prende la versione del PIL con le correzioni, la Svizzera è andata meglio di tutte e quattro le maggiori economie del Vecchio continente. Le prospettive Questi i dati su ciò che è già accaduto. Si possono poi prendere in considerazione anche le previsioni su ciò che potrebbe accadere per l’intero 2024. Il Fondo monetario internazionale prevede per quest’anno una crescita USA pari al 2,1%. Per quel che concerne le quattro principali economie europee, le previsioni sono invece queste: Germania 0,5%, Regno Unito 0,6%, Francia 1%, Italia 0,7%. In marzo la Segreteria di Stato dell’economia ha anche reso note le previsioni aggiornate per l’anno in corso sul versante della Svizzera: la crescita elvetica nel 2024 dovrebbe essere dell’1,1% per il PIL con le correzioni, dell’1,5% per il PIL al lordo. Se ciò si verificasse, la crescita economica svizzera sarebbe dunque in entrambe le versioni più consistente di quelle indicate in gennaio dal Fondo monetario internazionale per le maggiori economie europee. Uno dei punti di forza della Svizzera è la sua tendenza ad avere un’inflazione bassa, inferiore a quella di molte tra le aree economiche maggiori. Anche su questo terreno l’economia elvetica ha accumulato un buon punteggio nel corso del tempo. La Confederazione naturalmente non ha potuto sottrarsi al balzo dell’inflazione verificatosi tra il 2022 e il 2023 a livello internazionale, ma il rincaro svizzero è rimasto inferiore a quello Thomas Jordan ha annunciato che lascerà la presidenza della Direzione generale BNS alla fine di settembre ed entro quella data potrebbero esserci altri sviluppi nel percorso del binomio inflazione-tassi La Rivista · Marzo 2024 12
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