La Rivista

lentezza nella maturazione cerebrale e nello sviluppo del linguaggio che caratterizza normalmente i maschi comporta una maggiore vulnerabilità. Nelle consultazioni pedopsichiatriche i ragazzi e i giovani esprimono difficoltà emotive e comportamentali più intese e frequenti che le ragazze. Ad esempio, nei disturbi di iperattività e deficit di attenzione i ragazzi rappresentano l’80% dei casi”. In sostanza dalla lettura di tali ricerche e osservazioni cliniche si ricava l’impressione che non c’è da stupirsi se i giovani maschi si mostrano (da sempre?) meno sensibili alle esortazioni educative dell’ambiente, meno efficaci nell’azionare adeguati freni inibitori, più portati ad accapigliarsi. Gli specialisti sottolineano a questo proposito che la corteccia prefrontale, responsabile della valutazione dei pericoli, delle capacità di anticipazione e controllo delle emozioni è l’ultima a svilupparsi, con un divario nel confronto tra i sessi a vantaggio delle femmine di circa due anni. In fondo i giovani maschi soprattutto oggigiorno sembrano più bisognosi che mai di validi sostegni morali, educativi che li aiutino a crescere in società dove l’identità maschile sta attraversando una sorta di “selva oscura” di dantesca memoria dove è difficile orientarsi. Di fatto importanti differenze biologiche, fisiche e anche sociali tra i due sessi presenti fin dalla notte dei tempi continuano ad esistere e a manifestare la loro influenza. Nondimeno sempre Cyrulnik ci sorprende con un’informazione concernente il timbro della voce3. Sappiamo tutti (e tutte!) che nella fase di pubertà la voce dei maschi si fa più grave, mentre quella delle ragazze rimane su toni decisamente più acuti. Ebbene nello spazio di una sola generazione un fenomeno nuovo è apparso: la voce delle donne starebbe diventando sempre più grave. Segno premonitore che le donne aspirano sempre più a fare anche loro la voce grossa? Va ripetuto comunque che l’esistenza di determinismi genetici non esclude affatto il grande peso parallelo dei determinismi culturali e sociali, che possono aggravare le difficoltà o al contrario fornire validi appigli. Quando non è l’abito ma la biancheria a fare la differenza… Se evoco la questione dell’abbigliamento è perché dalla notte dei tempi la specie umana si è preoccupata di favorire l’esaltazione delle specifiche identità maschile e femminile (oltreché, beninteso, delle gerarchie sociali) attraverso gli indumenti. Cosa succede oggi alle nostre latitudini? Oggigiorno visti di schiena ragazze e ragazzi tendono a confondersi. I giovani di ambo i sessi hanno spesso gli stessi jeans, le stesse felpe, lo stesso tipo di calzature tipo scarponi scuri a suola vistosamente spessa. Inoltre, maschi e femmine sembrano aborrire i colori, vista l’evidente e generalizzata predilezione per il nero. Ed entrambi i sessi sembrano tenere molto a esibire vistosi tatuaggi. Mi viene da pensare che questi contengano una forza comunicativa e seduttiva che io ignoro totalmente. Ciò detto, c’è un aspetto che mi colpisce quando capito in un grande magazzino od osservo le vetrine nelle strade della mia città: il gran numero di reparti e negozi dedicati alla biancheria intima, sempre più sexy, colorata, ammiccante… oserei dire sempre più femminile. Chi la compra? Forse proprio le ragazze che esternamente nascondono il loro corpo con capi di abbigliamento da ragazzaccio. Forse anche le donne che si dichiarano per un’uguaglianza a tutto campo tra i due sessi, ma che (per fortuna) non rinunciano ad essere vezzose e La Rivista Elefante invisibile1 Oggigiorno visti di schiena ragazze e ragazzi tendono a confondersi. I giovani di ambo i sessi hanno spesso gli stessi jeans, le stesse felpe, lo stesso tipo di calzature La Rivista · Giugno 2024 38

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