La Rivista

e social media, gli adepti del culto di Masterchef & C. affollano i tour cultural-gastronomici alla ricerca degli indirizzi e dei piatti giusti. E l’offerta è in continuo riassortimento, per adeguarsi alla domanda. “Che un Dio ci sia, quando si guarda il cielo del lago di Como, è evidente” L’elenco degli ingredienti che fanno della regione lariana un luogo speciale sarebbe lunghissimo. Ma il posto d’onore, inevitabilmente, va attribuito al paesaggio. Quel paesaggio che dovunque si posino gli occhi appare bellezza pura, e che è coronato dalle sfumature d’azzurro così tipiche del cielo lombardo “splendido e in pace”, come lo definì Alessandro Manzoni. “Che un Dio ci sia, quando si guarda il cielo del lago di Como, è evidente”, pare abbia commentato Robin Williams passeggiando sulle rive del Lario. Forse non è necessario trascendere nella metafisica per immaginare quanto il paesaggio di questa regione baciata dal dio della bellezza si presti anche, e particolarmente, ad un turismo di matrice sportiva e in generale alle attività outdoor. Dagli sport da praticare sul lago (vela, kitesurf, kajak) al trekking e alle camminate in montagna, ai percorsi in mountain bike: lo scenario naturale di queste contrade regala a chiunque le cerchi esperienze sensoriali di alto livello. A disposizione di chi può permettersi di farsi portare in giro sulle imbarcazioni più lussuose, come di chi deve accontentarsi di noleggiare una barchetta in uno dei tanti rent-a-boat. O anche, più semplicemente, di salire a bordo di uno dei battelli di linea che fanno rotta sul lago. In quest’ultimo caso si ritroverà probabilmente in compagnia di gruppi di americani alla ricerca di occasioni per il vip-watching; ma la magnificenza della luce, i riflessi sull’acqua e i colori della montagna che si incastrano e si susseguono senza soluzione di continuità, renderanno comunque straordinarie le ore trascorse sul lago. L’invasione turistica e la preoccupazione dei residenti Non stupirà nessuno, quindi, se lo scorso anno le strutture dell’accoglienza nella regione del Lario hanno fatto registrare sistematicamente il tutto esaurito, arrivando a sfiorare i cinque milioni di pernottamenti (un milione in più rispetto al 2019, ultimo anno “normale” prima della pandemia). Dati che stanno attirando l’attenzione dei grandi investitori del turismo internazionale, sempre alla ricerca di location redditizie per hotel e condomini di lusso. Al di là dell’offerta a cinque stelle, e anche delle opportunità economiche che l’invasione turistica offre (gli addetti al settore sono aumentati di quasi il 50 per cento negli ultimi otto anni) la città sta vivendo una trasformazione profonda che rischia tra non molto di cambiarne l’identità. Anzi, il processo sembra sia già cominciato. Poche settimane fa un gruppo di residenti ha organizzato una manifestazione all’insegna del motto “Como città per tutti”. Obiettivo: denunciare gli effetti della gentrificazione. “Vivere in città è ormai un lusso pressoché inaccessibile a chiunque non abbia un reddito stratosferico”, si legge nel loro manifesto. Il meccanismo è noto: la grande richiesta trasforma gli appartamenti del centro (e non solo quelli) in alloggi in affitto su Airbnb, i prezzi salgono alle stelle, e alla “gente normale” non resta che cercar casa in periferia, o sloggiare. La zona pedonale, lungo i cardi e i decumani dell’antico impianto urbanistico romano resta un’attrattiva di prim’ordine La Rivista · Giugno 2024 34

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