La Rivista

assente neppure su questo versante. Se si prendono due giganti tra gli Emergenti, Cina e India, si possono vedere due differenti situazioni. Per la Cina l’fmi prevede un forte aumento dell’indebitamento, con un rapporto debito pubblico/PIL che è ora all’88% e che dovrebbe essere al 110% nel 2029. Per l’India invece le stime indicano un indebitamento attuale all’82% e una discesa sino al 77% tra cinque anni. Secondo l’fmi i due colossi asiatici hanno quindi direzioni di marcia differenti per il debito pubblico, con Pechino che potrebbe andare verso un peggioramento e New Delhi che potrebbe al contrario avere miglioramenti. Avanzi e disavanzi Sin qui abbiamo parlato di debito pubblico, ma c’è anche da considerare il capitolo del deficit o disavanzo pubblico. In sintesi, il deficit pubblico segnala che i conti dello Stato hanno un disequilibrio. Se così non fosse, ci sarebbe un pareggio o, nell’ipotesi migliore, un attivo o avanzo. Se è vero che lo Stato deve essere in grado di affrontare le fasi più difficili anche andando temporaneamente in deficit, è altrettanto vero che il deficit non dovrebbe aumentare a dismisura e non dovrebbe essere una costante. In sostanza, se l’indebitamento pubblico segnala quanto lo Stato deve prendere a prestito sui mercati per poter funzionare (pagando interessi), il deficit pubblico ci dice quanto le uscite pubbliche continuano a superare le entrate pubbliche. In genere la via migliore per lottare contro deficit e indebitamenti eccessivi non è l’aumento continuato dell’imposizione fiscale, che può essere ingiusto e frenare la crescita, bensì il taglio delle spese pubbliche improduttive. Una parte consistente degli esperti ritiene che il deficit o disavanzo pubblico debba essere ridotto ai minimi e, quando e dove possibile, eliminato. I parametri dell’eurozona, ad esempio, indicano un massimo di deficit al -3% in rapporto al PIL. Secondo l’fmi nel 2024 l’Eurozona riuscirà in effetti a limitare al -2,9% il deficit, con una discesa positiva che però non riporta al -0,6% del 2019, anno pre pandemia. D’altronde, la media delle economie avanzate è quest’anno -4,4%, in miglioramento ma comunque ancora sopra la soglia del -3%, che fu registrata nel 2019. Ci sono peraltro anche in questo capitolo Paesi virtuosi o volonterosi, che hanno conti pubblici in attivo. Guardando alle economie avanzate, ebbene 8 su 37 registreranno un avanzo pubblico quest’anno. Si tratta dunque di non molto più che eccezioni, che a maggior ragione vale la pena di ricordare. Le previsioni indicano che la Svizzera avrà quest’anno un attivo in rapporto al PIL pari allo 0,5%, la Danimarca ne dovrebbe avere uno all’1,5%, l’Irlanda dovrebbe essere all’1,4%, il Portogallo allo 0,2%, Cipro al 2,5%, Andorra al 2,3%, la Norvegia al 14,9%, Singapore al 5,1%. Tutte le altre 29 economie avanzate nell’analisi dell’fmi avranno un deficit pubblico anche quest’anno. Se si prendono i dati delle maggiori economie, in particolare di quelle che fanno parte del G7, questa è la situazione per il 2024: Stati Uniti -6,5%, Giappone -4,6%, Germania -1,5%, Regno Unito -4,6%, Francia -4,9%, Italia -4,6%, Canada -1,1%. Gli Stati Uniti dovrebbero riuscire quindi a scendere dal -8,8% del 2023, ma rimangono a livelli elevati di deficit pubblico. Pur in presenza di una buona crescita del PIL, gli USA fanno fatica a riportare dentro gli argini il deficit. Giappone e Canada vedono peggiorare i loro deficit quest’anno. Germania, Regno Unito, Francia e Italia vedono invece una diminuzione della percentuale del passivo. Delle quattro maggiori economie europee, però, solo la Germania è sotto la soglia del -3%. Per quel che riguarda i Paesi emergenti e in via di sviluppo, pure prevale il segno negativo e dunque il deficit, con poche eccezioni in gran parte concentrate in Medio Oriente. Ecco come vanno le cose per alcune delle maggiori economie Emergenti: la Cina quest’anno dovrebbe registrare un deficit pubblico/PIL pari a -7,4%; l’India dovrebbe essere a -7,8%, il Brasile a -6,3% e il Sudafrica a -6,1%. Per Cina e Sudafrica la percentuale del passivo è in aumento rispetto al 2023, mentre per India e Brasile c’è una diminuzione. In tutti questi casi comunque si è ben sopra la soglia del -3%. Tra spese e incassi Come visto il deficit pubblico segnala, in buona sostanza, il prevalere delle uscite o spese sulle entrate o incassi per lo Stato. L’analisi del Fondo monetario internazionale prende quindi in considerazione anche la consistenza di questi due versanti in rapporto al PIL. Per le economie avanzate, la media prevista per le spese pubbliche nel 2024 è 40,3%, mentre la media prevista per le entrate pubbliche è 35,9%. La Svizzera dal canto suo è al 32% per le spese e al 32,5% per le entrate. Per i Paesi emergenti e in via di sviluppo la media delle spese pubbliche è 32,5%, mentre la media delle entrate pubbliche è 26,9%. La Rivista Elvetiche La Rivista · Giugno 2024 13

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