La Rivista

viamo un altro imponente massiccio toscano, un vulcano ormai spento ed assopito alto ben più di 1700 metri, dalle mille sfaccettature, trasformato in una destinazione turistica invernale ed estiva che sta acquisendo fama: il Monte Amiata ricco di un bosco di faggi e betulle che in ogni stagione dona fascino e frescura. A pochi chilometri troviamo la Vald’Orcia con i suoi tipici paesaggi collinari, le sue destinazioni termali ed i caratteristici paesini dove si degustano ottimi vini e prodotti tipici quali formaggi, pasta, olii, vini e tartufi in ogni stagione: dal bianchetto al marzuolo, dal nero tipo Norcia al Bianco (tuber magnatum) di San Giovanni d’Asso Trequanda. Giunti al termine di questa breve escursione tra mete inusuali e percorsi alternativi, non mi resta altro che augurarvi uno splendido soggiorno in Toscana dove troverete acque bollenti e deliziosi momenti per trascorrere vacanze tranquille e rilassanti nella zona Patrimonio dell’Unesco per le bellezze paesaggistiche. Vocazione storica per i pecorini La Toscana è una regione con una vocazione storica per i pecorini. Il territorio, fatto di colline, montagne, calanchi, zone marginali improduttive ricche di essenze spontanee, è adatto al pascolo brado di animali abituati a vivere all’aperto, macinare chilometri, brucare l’erba. Sarà anche la posizione della regione, quasi di fronte alla Sardegna, ad aver definito l’anima pastorale. Non a caso buona parte delle pecore allevate in Toscana sono di razza sarda (d’obbligo nel disciplinare della Dop Pecorino delle Balze Volterrane), e molti pastori e casari provengono dall’isola, come confermano tanti cognomi di produttori (Cugusi, Podda, Carta, Saba, Carai, Mula, Cannas…) e il nucleo originario dei soci del caseificio cooperativo Val d’Orcia arrivati a Radicofani nel 1964. (Paese natale di Ghino di Tacco, storico pseudonimo usato Bettino Craxi). Del resto, a parte piccole enclave circoscritte, l’Italia dei formaggi è divisa in due da una specie di linea gotica: l’area dalla pianura padana in su, che è il regno della vacca, dalla Toscana in giù domina la pecora. Tanti formaggi ovini, ognuno prodotto secondo precise tecniche casearie e in territori delimitati, a parte il pecorino toscano che copre tutta la regione. Addentrandoci nel cuore dell’Italia, lo scenario però cambia: le Alpi e le pianure del Nord lasciano spazio alle vallate e ai colli dell’Appennino. Qui si è sviluppata una cultura dedita alla pastorizia, con allevamenti di pecore da cui ricavare non solo la lana, ma anche il latte. Un latte meno abbondante di quello munto dalle vacche, ma dalle caratteristiche che lo rendono adatto alla produzione di formaggi dal gusto più deciso e intenso. E La Toscana rappresenta senza dubbio una delle regioni italiane più amate per ciò che riguarda i prodotti gastronomici. Essa, infatti, è famosa non solo a livello nazionale ma anche internazionale per le sue prelibatezze che sono invidiate in tutto il mondo. Tra i prodotti più apprezzati ci sono senz’altro quelli caseari. I formaggi toscani, infatti, vengono realizzati utilizzando le materie prime del luogo che vengono sapientemente miscelate adoperando tecniche antiche tramandate nel tempo. Una produzione estremamente vasta La produzione dei formaggi in Toscana è estremamente vasta poiché ogni prodotto si differenzia per l’area in cui viene realizzato. Per tale ragione ogni formaggio presenta delle proprie caratteristiche che variano per consistenza e per fattura. Uno dei formaggi più apprezzati della regione è sicuramente il Pecorino Toscano DOP. Si tratta di un prodotto realizzato attraverso la lavorazione Tre tipi di Pecorino toscano Dop La Rivista · Dicembre 2023 93

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