lino e trementina per renderli più leggeri e tende ad applicarli direttamente sulla tela, colore su colore ancora umido, impastandoli poi insieme, se necessario.8 Il pugliese Giuseppe di Nittis si trasferisce a Parigi nel 1867 e nei primi anni dipinge soprattutto scene di genere in costume, che gli procurano un rapido successo. Espone anche ai vari Salons. Nel 1873 conosce Degas, si accosta al gruppo e partecipa alla mostra del 1874. Condivide con gli impressionisti l’interesse per la vita moderna, la ricerca atmosferica, ma diventa soprattutto il cronista dell’eleganza mondana.9 Alcuni del gruppo, come Monet e Pisarro, si sono conosciuti in un atelier privato, L’Académie Suisse, in Quai des Orfèvres, vicino al ponte Saint-Michel, dove potevano esercitare liberamente il disegno su modelli vivi, mentre altri si sono incontrati all’ Atelier Gleyres, dove dipingevano Bazille e Sisley, e dove Monet si è imbattuto in Renoir. Monet: “Lei dipinge per il proprio piacere?” Renoir: “Certo, se non mi facesse piacere, non lo farei, ne può essere certo”.10 Conversazione assai frammentaria, ma segna l’inizio di una grande amicizia e il preludio di una lunga collaborazione. I vari gruppi di artisti e scrittori si incontrano al Café Taranne (Fantin-Latour e amici, a volte Flaubert), al Café Fleurus (studenti di Gleyre), alla Brasserie des Martyrs e all' Andler-Keller (ritrovi bohémien), e infine al Café Gerbois sul Boulevard des Batignolles (visitatori dell' École Batignolles e i seguaci di Manet).11 Qui regna la vita vera e la lotta contro i pregiudizi e contro la tradizione. Gli esponenti delle nuove idee si indentificano gli uni con gli altri, rilevano il coraggio e il cameratismo reciproco per sentirsi riconosciuti, discutono fino a notte fonda, si scontrano, ridono, cambiano posizione strategica. Ma purtroppo non vengono ancora capiti dal pubblico, manca la possibilità di esporre le loro opere, e perciò scelgono l’ultima alternativa, un’esposizione fuori dalle mostre ufficiali. Stordito e imbarazzato il pubblico, critica… la critica Ritornando al punto di partenza, ci ritroviamo qualche settimana prima della mostra da Nadar. Edmond Renoir sta delirando, non riesce a finire il catalogo per via della monotonia dei titoli dei quadri, soprattutto quelli di Monet: Entrata del paese, Uscita dal paese, Mattinata in paese ecc. . Monet racconterà più tardi che aveva portato una tela con un paesaggio del porto di Le Havre dipinta due anni prima, nel 1872, con raffigurato il sole dietro la fitta nebbia mattutina. “Dovevo dare un titolo per il catalogo. Siccome non potevo chiamarla “Veduta di Le Havre”, ho detto: “Scriva “Impression”.” 12Nel catalogo Edmond scrive definitivamente “Impression, soleil levant”. Dopo l’apertura la mostra si rivela Claude Monet, Campi di papaveri a Vétheuil (1879 circa); Fondazione E.G. Bührle, Zurigo 65
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