per sostenere lo sviluppo economico del Paese a fronte degli investimenti necessari anche per accelerare il risparmio energetico, considerati i criteri ecologici oggi sempre più necessari e di stringente attualità nell’edilizia. Economia resiliente e dinamica L’ISTAT, ufficio italiano di statistica, ha anche diffuso i conti ufficiali relativi al 2023 per l’azienda Italia. Nel 2023 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.085.376 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente. In termini tendenziali, la crescita è risultata dello 0,6% nel quarto trimestre, in lieve rialzo rispetto allo 0,5% registrato in via preliminare. La crescita è spiegata soprattutto dagli investimenti, dalla domanda estera netta e dalla spesa delle Amministrazioni Pubbliche che hanno fornito contributi positivi pari rispettivamente a 0,5, 0,4 e 0,1 punti percentuali. In volume il Pil italiano è cresciuto dello 0,9% lo scorso anno. La crescita è stata principalmente stimolata dalla domanda nazionale al netto delle scorte, con un contributo di pari entità per consumi e investimenti. La domanda estera netta ha fornito un apporto lievemente positivo, mentre è stato negativo quello della variazione delle scorte che erano fortemente incrementate nei due anni precedenti. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescita nelle costruzioni e in molti comparti del terziario, mentre ha subìto contrazioni in agricoltura e nel complesso delle attività estrattive, manifatturiere e altre attività industriali. La crescita dell’attività produttiva si è accompagnata a una espansione dell’input di lavoro e dei redditi. Il rapporto tra l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e il Pil ha registrato un miglioramento rispetto al 2022, con una pressione fiscale rimasta invariata. La riduzione della spesa per interessi si riflette in un miglioramento del saldo primario. Questi dati hanno suscitato un vivace e immediato commento da parte di Marco Fortis docente di economia e direttore e vicepresidente della Fondazione Edison. Con le nuove revisioni Istat dei dati annuali e trimestrali del Pil italiano, emerge un quadro estremamente nitido della maggiore resilienza e dinamica dell’economia italiana rispetto alle altre principali economie europee del G7, spiega l’economista. Infatti, rispetto al quarto trimestre 2019 (antecedente la pandemia), il dato analogo del 2023 vede il Pil italiano cresciuto del 4,2% contro l’1,8% della Francia, l’1% del Regno Unito e lo 0,1% della Germania. L’Italia è cresciuta anche di più del Giappone, che registra un aumento del 2,8%. Soltanto gli Stati Uniti, nel G7, viaggiano ad un altro ritmo e dimensione, con un progresso dell’8,2%. La posizione dell’Italia, ribadisce, è tanto più apprezzabile considerando che il debito pubblico italiano è quello cresciuto di meno in valore, al netto degli interessi ed è l’unico quasi ritornato ai livelli pre-Covid-19, essendo calato dal picco del 154,9% del 2020 al 137,3% di fine 2023 grazie al buon lavoro iniziato a partire dalla presidenza di Mario Draghi. Come mai, chiede ancora Marco Fortis, mentre per le agenzie di rating l’Italia resta nelle valutazioni appena sopra il livello “spazzatura”, il Portogallo è stato recentemente super promosso e laudato, pur producendo progressi meno rilevanti? A quando, dunque, una promozione dell’Italia da parte delle agenzie di rating? La Rivista Italiche La Rivista · Marzo 2024 9
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