La Rivista

vetica, sono state problematiche. Nel corso della Seconda guerra mondiale, i soli stranieri presenti nel Paese erano italiani. Ma il loro comportamento durante la guerra non è stato "proprio esemplare" e questo non ha certo aiutato. "Ne ho sentite di tutti i colori", ha detto, prima di aggiungere che la nonna paterna non se l'era passata meglio. Aveva raccontato al nipote che si era vista affibbiare regolarmente nomignoli del calibro di "Spaghetti", "Maccheroni", e vis di questo passo. Eppure, ha detto Gianadda, "la prima volta che ho assaggiato la pasta è stato in Svizzera, non in Italia. In Piemonte all'epoca si mangiavano riso, patate e polenta". “Una tappa incredibile della mia vita” Léonard Gianadda era nato il 23 agosto 1935 a Martigny (canton Vallese). Spinto a studiare dai suoi genitori (papà italiano e mamma vallesana), nel 1960 si laurea in ingegneria civile al Politecnico federale di Losanna (EPFL). Parallelamente agli studi, lavora come giornalista: alla fine degli anni Cinquanta, viene assunto dalla Televisione svizzera di lingua francese (TSR, diventata poi RTS) e diventa il primo corrispondente dal Vallese. Nel 2020, la stampa svizzera saluta il suo impegno di allora nominandolo membro onorario dell'Associazione della stampa vallesana e di Impressum. "Sono davvero toccato. Il giornalismo e il reportage fotografico sono stati una tappa incredibile della mia vita", aveva dichiarato in quell’occasione. Appassionato di viaggi, già nel 1950, all'età di 15 anni, nel corso di un soggiorno in Italia con la madre e i due fratelli che lo porta a Firenze, a Roma, a Napoli, scopre i grandi nomi e luoghi dell'arte italiana: Michelangelo, la Cappella Sistina, i musei, le chiese, Pompei. È lì ed allora che nasce il suo interesse per l'arte, anche se non ne farà subito un mestiere. All'inizio degli anni Sessanta, infatti, apre un ufficio d'ingegneria con un compagno di studi. La Fondazione Pierre Gianadda Nel 1976, intenzionato a costruire un edificio su un terreno di sua proprietà, scopre le vestigia di un tempio gallo-romano. È a quel tempo che suo fratello Pierre, 38 anni, perde la vita in seguito a un incidente aereo in Italia. Léonard decide allora di creare una Fondazione che porti il suo nome e di costruirla al posto dell'edificio inizialmente progettato. La Fondazione Pierre Gianadda è stata inaugurata il 19 luglio 1978, giorno in cui Pierre avrebbe compiuto 40 anni. Da allora il museo ha accolto centinaia di migliaia di visitatori all'anno, che hanno potuto ammirare nelle sue sale opere di Klee, Picasso, Hodler, Rodin, Giacometti, Modigliani, Chagall, Gauguin, Van Gogh e molti altri. La Fondazione, inoltre, ospita anche concerti di musica classica. Il lavoro del mecenate è stato ricompensato a varie riprese: è stato insignito dei titoli di commendatore della Repubblica italiana (1990), di Cavaliere dell'Ordine delle arti e delle lettere (1997) e della Legione d'onore (2001). Nel 1996 ha ottenuto il Premio del Canton Vallese e nel 2019 il Premio Europa Nostra. Nel 2001, inoltre, è diventato membro dell'Accademia di belle arti dell'Institut de France. Era anche membro, fra gli altri, del Consiglio di amministrazione del Museo Rodin e del primo consiglio di orientamento della Fondazione Henri Cartier-Bresson di Parigi. A Martigniy sono 17 le rotatorie che hanno al centro un’opera d’arte “Martigny è la sola città in Svizzera senza semafori: sono stati tutti rimpiazzati da rotatorie all'interno delle quali si trovano opere d'arte scelte da me” (Léonard Gianadda) 65

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