La Rivista

3,2 milioni di connazionali (il 54,7% del totale) mentre il continente americano segue con oltre 2,3 milioni (40,1%). Oggi le comunità italiane più numerose si trovano in Argentina (oltre 921 mila iscritti, il 15,5% del totale), in Germania (oltre 822 mila, il 13,9%), in Svizzera (oltre 639 mila, il 10,8%). Seguono Brasile, Francia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Da gennaio a dicembre 2022 si sono iscritti all’AIRE per la sola motivazione “espatrio” 82.014 italiani (-2,1% rispetto all’anno precedente ovvero -1.767 iscrizioni). Chi va e chi torna: iscrizioni e cancellazioni anagrafiche Il 75,3% di chi ha lasciato l’Italia per espatrio nel corso del 2022 è andato in Europa; il 17,1% è, invece, arrivato nel continente americano (il 10,5% nell’America Latina) e il 7,4% si è distribuito in tutto il resto del mondo. Il 16,4% delle iscrizioni per espatrio ha riguardato il Regno Unito; il 13,8% la Germania; il 10,4% la Francia e il 9,1% la Svizzera. I primi quattro paesi, tutti europei, raccolgono il 50% del totale delle partenze. Dal 2022 tutte le destinazioni presentano variazioni negative (soprattutto in America Latina, Brasile -57,1% e Argentina -50,7%). Nell’ultimo anno si nota una sorta di saturazione della Spagna (+0,4% di variazione 2023-2022) quale meta privilegiata dei desideri degli italiani in partenza per l’estero a favore del Portogallo, ma anche di nuove destinazioni relativamente poco battute nel recente passato come i Paesi Bassi o l’Austria. In generale, gli emigrati hanno un’età mediana di 31 anni per gli uomini e 29 anni per le donne, mentre l’età mediana degli italiani che rientrano è leggermente più alta, 35 anni per gli uomini e 32 per le donne. Nello specifico, l’analisi della struttura per età dei flussi in uscita degli italiani mette in evidenza che a espatriare sono in particolare i giovani (il 52% nella fascia di età 20-39 anni); consistente è, anche, il numero di minori che presumibilmente si spostano con la famiglia (19% nella fascia 0-17 anni). Da segnalare anche la quota rilevante (23%) rappresentata dai 40-65enni, segnale, quest’ultimo, di una sempre maggiore propensione e/o necessità ad emigrare all’estero per lavoro anche in età più matura. Per quanto concerne il livello di istruzione, in prevalenza gli emigrati italiani hanno un titolo di studio medio-alto (circa il 58% possiede almeno il diploma), con una differenza di genere a favore degli uomini (il 55% contro il 45% delle donne). Osservando i cittadini rientrati in Italia nel 2021, risulta che sono anch’essi prevalentemente uomini (55,8%); nel 47,5% dei casi hanno un titolo di studio mediamente basso, nel 28,5% dei casi il diploma e nel restante 24% un alto livello di istruzione (laurea e post-laurea). Il 24,1% dei rimpatriati ha oltre 50 anni, percentuale che sale al 25,6% se si considerano i soli uomini. Nell’ultimo decennio, aumentano i rientri e diminuiscono gli espatri Durante il decennio 2012-2021, il numero dei rimpatri dall’estero dei cittadini italiani è più che raddoppiato passando dai 29 mila nel 2012 ai circa 75 mila nel 2021 (+154%). Una tendenza che, dopo una sostanziale stabilità nei primi quattro anni del decennio, appare in continuo aumento. Tuttavia, il volume dei connazionali che rientrano in patria non è sufficiente a compensare la perdita di popolazione dovuta agli espatri che, durante lo stesso periodo e fino all’anno della pandemia, sono aumentati in misura considerevole, facendo registrare saldi migratori (differenza tra entrate e uscite) sempre negativi, con una perdita massima di 77 mila italiani nel 2016 e una minima, di poco più di 19 mila, nel 2021. Nell’ultimo decennio, il numero complessivo di rientri in patria è stato pari a 443 mila. Due italiani su cinque rientrano da un paese dell’Unione Europea: in particolare, dalla Germania è partito circa il 12% del totale dei rimpatri, il 10% dal Regno Unito, l’8% dalla Svizzera e il 5% dalla Francia. Per quanto riguarda i paesi di origine extra-europea, un rimpatriato su cinque arriva dall’America Latina, area che tradizionalmente accoglie buona parte di connazionali espatriati dai tempi della Grande Emigrazione del secolo scorso. Trattandosi di comunità italiane di antico insediamento è plausibile che a rientrare in patria siano le generazioni successive ai nostri antenati emigrati. Più in dettaglio, l’8% dei rimpatri complessivi nel decennio preso in considerazione provengono dal Brasile, il 4% dal Venezuela e il 3% dall’Argentina. Per quanto riguarda i rimpatri dagli altri continenti, si osserva che il 9% proviene dall’Asia, l’8% dall’America del Nord e dall’Oceania e il 7% dall’Africa. La Rivista Primo Piano La Rivista · Dicembre 2023 35

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