La Rivista

Altra cosa le allergie E che c’entrano le IgG in tutto questo? Esatto, assolutamente niente, perché le immunoglobuline sono anticorpi, ossia componenti del sistema immunitario. Ma abbiamo detto poco sopra che intolleranze e sistema immunitario non hanno nulla a che fare. Però, però, qualcuno potrebbe obiettare, come la mettiamo con quei disturbi che invece hanno a che fare con il sistema immunitario? Ci sono anche quelli, no? Certo che sì: le chiamiamo allergie e per fortuna sono di gran lunga più rare delle intolleranze. Qui è proprio il sistema immunitario che entra in gioco, confondendo una piccola parte di un cibo (si chiama “antigene”) con qualcosa di tossico, da eliminare al più presto e così innesca una serie di reazioni (se va bene, prurito in e intorno alla bocca, se va male anche rigonfiamenti della lingua e/o del tessuto intorno alla trachea, che possono portare a soffocamento, se va malissimo uno shock anafilattico, ossia una reazione contemporanea in tutto l’organismo) con cui c’è ben poco da scherzare e che si prevengono solo ed esclusivamente eliminando dalla propria dieta l’alimento in questione. Beh, allora qui gli anticorpi c’entrano, direte voi. Sì, però sono di un altro tipo, si chiamano IgE e sono prodotti da un gruppo particolare di cellule, i mastociti. Inoltre, per fortuna, tra gli anticorpi sono quelli meno numerosi (vi immaginate, se no, che casino mangiare?) Ok ok, ma allora ‘ste IgG? Non servono a niente? Figuriamoci, il nostro corpo non fa niente per caso, mica ha energia e tempo da sprecare, con tutto quello che ha da fare. Le immunoglobuline IgG sono gli anticorpi più abbondanti in assoluto, sono prodotti dalle plasmacellule e sono fondamentali per difendersi da agenti esterni, come batteri e virus, tanto è vero che una diminuzione delle IgG totali indica che qualcosa non va e servono ulteriori accertamenti. Sono deputate a intercettare e classificare tutto ciò che non fa parte di noi, ossia il “non self”. Il motivo principale per cui le IgG specifiche per un dato alimento sono più alte indica che c’è stata, nel tempo, una costante e/o ripetuta interazione tra il sistema immunitario e quel cibo, o in altre parole, che abbiamo mangiato a più riprese quell’alimento. Questo non implica necessariamente che quel cibo o quei cibi ci facciano male. Insomma, non c’è alcun rapporto causa effetto. Bando alle soluzioni preconfezionate “Eh però io i disturbi ce li ho, quando mangio alcune delle cose che il test mi dice che non vanno bene per me.” Nessuno lo mette in dubbio, ma la causa va cercata altrove; scarsa varietà alimentare, altri fattori infiammatori come fumo, alcol, uso di farmaci, sonno di scarsa qualità, stress gestito male, sedentarietà…e magari sì, un consumo eccessivo o eccessivamente frequente di quel cibo o quei cibi. Qual è il rischio, però, se all’improvviso elimino per sempre intere categorie alimentari sulla base di questi test? Che la mia alimentazione sarà ancora più povera, che sarò più stressato, che (nel tempo) avrò meno energia, e via così. Quindi, attenzione: se volete togliervi lo sfizio, fate pure questi test, ma mi raccomando non (e ripeto non) affidate tutto il vostro percorso terapeutico ai colori giallo verde e rosso che vedrete nel report, perché quei colori possono significare assolutamente niente. E non lasciatevi nemmeno convincere dal fatto che, appena riducete il consumo di alcuni degli alimenti rossi, iniziate a sentirvi meglio: naturalmente, diminuendo o evitando il cibo temporaneamente, si possono avere dei benefici, ma con la sola esclusione dei presunti “colpevoli” non si arriva al nocciolo della questione e con il tempo vi ritroverete a dover escludere pure i gialli e a pensarci due volte prima di mangiare i verdi. Una prospettiva davvero poco allettante. Mi rendo conto che questo articolo può aver innescato una pletora di domande. Spero però di avervi anche dato risposte significative e vi invito, di cuore, a rivolgervi a uno specialista che conosca tutti questi aspetti e analizzi nel dettaglio il vostro caso specifico, senza darvi una soluzione preconfezionata. Andate, fate domande, pretendete risposte motivate. E vi auguro di cuore di risolvere presto il vostro problema. Magari la prossima volta approfondiamo, se vi va, con una condizione molto particolare, ossia la sensibilità al glutine non celiaca. Datemi un segno, attraverso la redazione. Fonti: 1. Istituto Superiore di Sanità https://www.epicentro.iss.it/ intolleranze/ 2. A-ha! Centro allergie Svizzera https://www.aha.ch/centroallergie-svizzera/allergieintolleranze/intolleranzealimentari/intolleranzaalimentare Un saluto non testato, ma di cuore, dalla vostraconsulente nutrizionale Dr. Tatiana Gaudimonte info@loveyourbody.ch La Rivista · Giugno - Settembre 2025 83

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