La Rivista L’Italia da bere VENDEMMIA 2025: ITALIA LEADER MONDIALE CON 47,4 MILIONI DI ETTOLITRI, MA IL MERCATO PREOCCUPA Una vendemmia che dovrebbe raggiungere i 47,4 milioni di ettolitri, con uve in salute che promettono un’annata molto buona o ottima in quasi tutte le aree. È quanto rilevato dall’indagine vendemmiale 2025, realizzata da Assoenologi, Unione italiana vini (Uiv) e ISMEA con il contributo del Masaf e delle regioni. La produzione registra un incremento dell’8% rispetto alla scorsa campagna, confermando il primato produttivo dell’Italia, seguita da Francia (37,4 milioni di ettolitri) e Spagna (36,8 milioni di ettolitri). Dal punto di vista sanitario le uve si presentano in buone condizioni, grazie a una gestione agronomica attenta. Le buone riserve idriche invernali, una primavera mite e un’estate anticipata hanno favorito una vendemmia precoce. La maturità fenolica raggiunta lascia intravedere vini freschi e longevi al Nord, profili equilibrati al Centro e rossi di struttura al Sud. Il mea culpa del settore dopo l’ennesimo primato produttivo Sembrerà quasi paradossale che alla presentazione delle previsioni vendemmiali, che quest’anno evidenziano una qualità delle uve quasi perfetta, ci si sia soffermati a parlare di ricette anticrisi per il vino e non del nuovo record stimato. Sintomi dei tempi che cambiano. Difficile fare riferimento al primo posto italiano sul podio produttivo, quando probabilmente l’obiettivo della gara (che non abbiamo capito) era produrre meno. Così il vino italiano – inchiodato al suo ennesimo primato produttivo – invece di festeggiare si è trovato a fare il mea culpa. La scelta francese di ridurre la produzione Fanno riflettere, in tal senso, i dieci milioni di ettolitri che separano la produzione italiana da quella francese. Il tutto sta ad interpretare questo gap: casualità metereologica o scelta politica? Se il ministro Lollobrigida, durante il talk al Masaf, ha bollato il modello francese («Non abbiamo più niente da imparare dagli altri»), il segretario generale del Ceev Ignacio Sánchez Recarte ha provato a spostare il punto di vista: «Come sempre, quanto accade in Francia è indicativo del mercato mondiale. La loro non è una riduzione congiunturale: c’è una scelta precisa di abbassare la produzione. Prendiamo il caso dello Champagne. Il Comitée negli ultimi tre anni ha ridotto le rese da 11,4mila La vendemmia italiana 2025 tocca i 47,4 milioni di ettolitri con un incremento dell’8%, confermando il primato mondiale davanti a Francia e Spagna. Qualità eccellente delle uve grazie a condizioni climatiche favorevoli, ma gli operatori del settore esprimono preoccupazione per la saturazione del mercato e l’impatto dei dazi americani sull’export. La Rivista · Giugno - Settembre 2025 80
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=