La Rivista

manifatturiera e il suo potenziale è tutt'altro dall’essere compiuto. I settori che hanno già un elevato grado di automazione, così come quelli che finora ne hanno poca esperienza, stanno intensificando gli sforzi di automazione. Gli sviluppi tecnologici nel campo dell'Intelligenza Artificiale (IA) e dell'apprendimento automatico, della programmazione semplificata e robotica collaborativa, dei manipolatori mobili, dei gemelli digitali e robot umanoidi aumentano la gamma di compiti e processi che possono esser automatizzati. Il crescente numero di fornitori nell'automazione sta creando nuove dinamiche ed è facile prevedere una continua e costante crescita in questo settore nel futuro. L’Italia in questo comparto non è affatto messa male e, in Europa, non a caso è seconda dietro alla Germania, superando Francia e Spagna. La densità di applicazione è particolarmente elevata in settori come l’automotive (662 unità ogni 10.000 addetti), a fronte di una media, nel comparto manifatturiero, di 228. Nonostante la flessione degli investimenti nel 2024, il numero complessivo di robot industriali installati in Italia continua a crescere. A fine 2024 il parco robot ha superato le 106.000 unità. Questo incremento progressivo (dalle 76 mila del 2019) testimonia una diffusione sempre maggiore della robotica nelle imprese. Le produzioni di apparecchi elettrici, di macchinari e prodotti in metallo sono in Italia tradizionalmente più intensive nell’utilizzo di robot; a tali settori si sono aggiunti quelli metallurgico, alimentare e farmaceutico, nei quali il numero di robot installati, inizialmente contenuto, è poi cresciuto nell’ultimo decennio a ritmo sostenuto. I robot articolati si confermano i più richiesti dal mercato. L’analisi dei settori di sbocco (dati 2024) evidenzia che i prodotti in metallo si confermano come il principale settore di destinazione, assorbendo il 17% del parco installato. Al secondo posto, con una quota del 13,9%, si colloca il settore automotive. A pari merito, con una quota circa dell’11,7% ciascuno, troviamo i prodotti chimici, plastica e settore alimentare. Quello dei macchinari rappresenta il 9,1% del parco robot installato. Un ulteriore 15% è rappresentato da “altri” settori non specificati, a testimonianza della diffusione trasversale della robotica. L’analisi del parco robot cumulativo al 2024 conferma la preponderanza storica della manipolazione (69,2%), seguita da saldatura (14,8%) e assiemaggio (8,8%). Non solo semplici strumenti Il Giappone è stato pioniere nello sviluppo di robot umanoidi: Asimo di Honda è stato uno dei primi esempi, presentato nell'ottobre del 2000. I robot son considerati compagni piuttosto che semplici strumenti. Robot umanoidi come Pepper e Palro sono progettati come robot sociali e vengono utilizzati in contesti educativi, negozi o case di cura per anziani. Ciò riflette per altro le esigenze dell'invecchiamento della società giapponese. L'obiettivo è creare robot in grado di vivere in armonia con gli esseri umani e accettarli come parte della società. Aziende leader come Kawasaki stanno sviluppando robot umanoidi quali piattaforme di ricerca. La Cina è invece oggi di gran lunga il mercato più attivo e grande. Essa ha posto gli umanoidi al centro della propria strategia. Il governo vuole metter in mostra le proprie competenze e competitività globale in questo campo. C'è una forte enfasi sull'utilizzo degli umanoidi nei La Rivista Italiche 4,3 milioni di robot lavorano a pieno ritmo oggi nel mondo. Una domanda crescente di elettricità. La Rivista · Giugno - Settembre 2025 6

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