La Rivista

Canta che ti passa Tempo fa ho passato un fine settimana in una nota località turistica del Canton Ticino, sul Lago Maggiore, molto amata dai turisti di lingua tedesca. La Rivista La Lingua batte dove... Da diversi anni si parla in modo critico del turismo di massa che rovina il tessuto sociale e urbanistico di interi territori. In Italia gli esempi negativi di Venezia, di Firenze, del Lago di Garda o di Roma sono emblematici. Tutti luoghi nei quali la comunicazione avviene spesso nell’inglese del fast-food che accomuna la maggioranza dei visitatori stranieri. A tale proposito, seduto in un ristorante della località ticinese, ho ascoltato questo piccolo dialogo, nel loro dialetto, tra una coppia di zurighesi sulla sessantina di anni. Il mito di Guglielmo Tell Lui: «Io non capisco, quando sono in Italia e provo a parlare in italiano, le persone mi rispondono subito in inglese». Lei: «Una volta non era così. Quando ero bambina, andavo spesso in vacanza in Liguria e pochi là parlavano in inglese. I miei genitori si facevano capire in qualche modo con il loro italiano imparato dagli emigranti e gli italiani erano contenti di aiutarli con la loro lingua». Lui: «Io ho studiato un po’ di italiano a scuola, ma se parlano tutti in inglese, mi passa la voglia di usarlo. Qui in Ticino è invece diverso…». Arriva il cameriere che chiede le ordinazioni usando la nostra lingua. I due lo hanno guardato con un certo fastidio e gli hanno risposto in tedesco come se fosse la cosa più ovvia da fare in quel luogo. A quel punto mi sono ricordato delle notifiche informatiche che mi arrivano regolarmente da parte di alcuni esponenti politici ticinesi, orgogliosamente liberi e svizzeri. Le loro argomentazioni sono molto polemiche nei confronti dei frontalieri italiani, degli stranieri in generale e degli svizzeri acquisiti. I primi parcheggiano le macchine in divieto di sosta e rubano il lavoro agli autoctoni, i secondi sono a prescindere criminali e i terzi sono etnicamente impuri perché non appartengono da generazioni a qualche “patriziato” locale. Perfino il consigliere federale Cassis, nato e vissuto nel loro cantone, viene considerato dai sedicenti patrioti ticinesi con grande disprezzo. Lo chiamano “il medico italiano” a causa delle sue origini che, per altro, ha “rinnegato” verosimilmente per ragioni di opportunità politica. Per me è interessante anche osservare che questi ‘patrioti’, nei loro commenti, non hanno nessun rispetto per le istituzioni democratiche svizzere, ma provano una profonda ammirazione per alcuni uomini di potere stranieri che fanno guerre, alzano barriere contro gli immigrati e impongono dazi arbitrari a di Raffaele De Rosa In fin dei conti il mito del ribelle Wilhelm Tell è di origine scandinava ed è stato reso famoso da un tedesco (Friedrich Schiller) e da un italiano (Gioacchino Rossini) La Rivista · Giugno - Settembre 2025 60

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