pato, che comporta una valutazione nei singoli comuni delle percezioni della qualità di vita, dei servizi offerti e delle attese della cittadinanza. Dopo di che, il Cantone farà un rendiconto integrato dei costi, che ogni singolo comune sostiene per garantire i propri servizi, e li confronterà in proiezione con i costi che potrebbero comportare gli stessi servizi se erogati da un comune unico. Così facendo, ai cittadini saranno forniti elementi oggettivi per valutare se aggregando, a fronte delle stesse risorse, si possano offrire maggiori servizi o quantomeno migliori. Questa è una delle facce della stessa medaglia. L’altra è quella che riguarda il modo in cui l’eventuale aggregazione potrebbe contribuire allo sviluppo socio-economico e culturale della regione. Perché oltre ai servizi, imprescindibili, si deve anche pensare a che tipo di futuro avrà questa regione. Un modo di affrontare il tema delle aggregazioni che piace al sindaco: è un primo passo di dialogo, di apertura e di oggettivazione del dibattito. Anche perché, con il supporto di elementi oggettivi, porterà il dibattito a trascendere dalla semplice annotazione relativa alle differenti aliquote del moltiplicatore fiscale. Sorprende e un po’ dispiace che in questa fase di semplice verifica e confronto ci siano comuni che preferiscono “chiamarsi fuori”. In ogni caso, è musica del futuro. In questa legislatura si realizzerà questo studio. Spetterà eventualmente alla prossima decidere in quale direzione procedere. Insomma, sfide e visioni non mancano. Forse anche per questo Nicola Pini, durante un discorso istituzionale in occasione del Festival di Locarno, ha annunciato la sua intenzione di dimettersi dal Gran Consiglio ticinese. In realtà, mi dice, lo ha fatto perché, dopo 10 anni di grande impegno, che tanto gli hanno dato, ritiene che sia il momento giusto per lasciare. Ovvio, l’incarico di sindaco, con i piani di trasformazione che si prospettano all’orizzonte, una sua rilevanza l’ha avuta. In fin dei conti, tempo e risorse fisiche e nervose, non sono infinite. Poi c’è anche un fatto: dopo 10 anni c’è il rischio di perdere un po’ di quella grinta e di quell’entusiasmo che di solito sostiene l’inizio di una nuova esperienza. Pini ne è convinto: “sento che il mio posto e il mio impegno ora sono qui”. “E poi non è da me, vivacchiare”. Buona vita signor sindaco. Nicola Pini nel suo discorso in occasione del Film Festival di Locarno, in cui ha annunciato le sue dimissioni, dopo 10 anni, dal Gran Consiglio ticinese La Rivista L’incontro La Rivista · Giugno - Settembre 2025 45
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