La Rivista

dell’offerta e di conseguenza della domanda di trasporto pubblico, che è aumento di quasi il 60%. Spetta ora al comune di Muralto rimettere sul tavolo il tema, e naturalmente la città di Locarno, al pari della Commissione intercomunale dei trasporti, a quel tavolo si siederà Una soluzione va trovata. È difficile, anche perché sicuramente in dieci anni sono stati fatti degli errori anche di procedura, che poi si sono cristallizzati anche in personalismi. D’altronde, pure per i progetti viari accade quello che succede per il calcio: tutti esperti, tutti grandi allenatori, tutti in grado di vincere un mondiale. Poi sappiamo come le cose vanno a finire. Pini ritiene che sia necessario coinvolgere da subito la popolazione: più si riesce a discutere un progetto in fase di impostazione, più si riesce ad anticiparne le criticità e più si riesce a trovare e costruire un consenso politico diffuso. Perché adesso sono finiti i tempi del “l'ha detto il Sindaco”, “l'ha detto il Consigliere di Stato”. In una fase in cui la fiducia nelle istituzioni è in calo, si deve ricrearla attraverso processi partecipativi. Cosa che Locarno sta cercando di fare con convinzione e in cui lo stesso Pini crede molto e di cui si dice fiero. Non a caso, forme di coinvolgimento attivo dei cittadini, anche dei più piccoli, sono già state adottate per definire i progetti dei parchi giochi della città o della Rotonda. Una modalità a cui si ricorrere anche nella definizione della visione più ampia in cui Locarno si proietta da qui al 2040. Superare la frammentazione D’altro canto, come detto, trovare delle soluzioni, in modo particolare ai nuovi bisogni di mobilità, non è impresa facile. Resa ancor più complicata dalla frammentazione amministrativa del territorio. Certo, ci sono degli organismi sovracomunali come la Commissione intercomunale dei trasporti e il Convivio dei sindaci. Però ci si può porre la domanda di quanta legittimità democratica e di quanto coinvolgimento democratico riescano effettivamente a creare. Ci fosse, come auspicato anche dal Cantone, un comune unico, probabilmente si potrebbero seguire procedure democraticamente più omogene e trasparenti e ottenere esiti maggiormente condivisi. Anche in questo caso servirebbe un po’ di quello ‘Spirito di Locarno’ che 100 anni fa individuava nella messa a terra dei presupposti di un modello di condivisione europea un modo per evitare il sorgere di situazione conflittuali. In tono minore, nel senso di geograficamente circoscritto: ha davvero senso che Locarno, Muralto, Minusio, Losone, discutano su quattro sacchi dei rifiuti di colori diversi? Non sarebbe meglio unirsi sull’esempio di quanto hanno fatto Lugano e Bellinzona? Sono interrogativi che si pone Nicola Pini, al contempo dicendosi molto contento del fatto che, contro ogni previsione, ora Locarno, Losone, Minusio, Brione, Orselina e parzialmente Tenero hanno deciso di mettersi attorno al tavolo e fare una valutazione oggettiva della questione. I presupposti per una valutazione oggettiva In che modo? Attraverso il coinvolgimento della popolazione, alla quale viene presentato un bilancio parteciGli interventi previsti per largo Zorzi, che sarà zona pedonale, con l’ampliamento dei giardini e l’inserimento di giochi d’acqua, contribuiranno a ridare a Locarno quell’aurea da Belle Èpoque, che le appartiene La Rivista · Giugno - Settembre 2025 44

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=