gna con uno sguardo alla parete, dove c’è un ritratto, che gli fa ricordare che quei valori sono gli stessi a cui si richiamava Giovanni Battista Rusca, il signore del ritratto, non a caso chiamato Monsieur la liberté. È stato sindaco di Locarno dal 1920 al 1961. Come Nicola Pini, eletto all’età di 39. Una mera coincidenza, che unica rimarrà, visto che Pini ha rassicurato tutti affermando che non intende restare in carica per 41 anni. Fervente e dichiarato antifascista, per questa ragione promotore di una scissione nel Partito Liberal radicale, Rusca, allora Consigliere nazionale, abbandonò l’aula quando il parlamento elvetico decise di mettere fuori legge il partito comunista, secondo il principio che un liberale non è mai contro la proibizione dell'idea, anche se la crede sbagliata. Lo sviluppo dell’audiovisivo come asse strategico Andando oltre l’aspetto valoriale, che resta fondamentale, Pini evidenzia come inequivocabilmente il Festival del film abbia assunto una sua dimensione strategica, che trova la sua espressione plastica nello schermo di Piazza Grande, immortalato anche sulla banconota dei Venti franchi. Che poi si è consolidata con la creazione del Palacinema, che non è solo la casa degli uffici del festival, ma anche un hub di sviluppo dell'audiovisivo, che ospita anche il CISA, il conservatorio internazionale di scienze adesive, e la Film Commission, che si occupa di attirare produzione audiovisiva. In questo senso il Festival, l’audiovisivo e, di conseguenza, Locarno diventano strategici per la politica economica del Cantone. Ora, il Municipio vuole andare oltre. Con l'Università della Svizzera Italiana (USI) e con la Scuola Universitaria Professionale (SUPSI), è stato creato un gruppo di lavoro per sviluppare anche un campus dell'audiovisivo a livello universitario nel comparto ex Gas-ex Macello, un’area di 40.000 m2, in una zona molto strategica. Lì, accanto a quella residenziale e a quella destinata a contenuti sociali e culturali, c'è una parte specificatamente destinata per la formazione terziaria. L’obiettivo è dare ulteriore sviluppo a quanto già è stato fatto dal Festival, che, insieme all'USI, nel 2021 ha creato una cattedra sul futuro del cinema e gli eventi correlati. La Via del Pardo Tutto ciò si colloca in una nuova caratterizzazione urbanistica, che solo urbanistica non è, la quale, partendo idealmente dal Monte Verità, passando per il Palazzetto Palexpo-Fevi, la Rotonda, il Palacinema, Piazza Grande, Largo Zorzi, fino al rinnovato Grand Hotel, traccerà quella che potremmo definire la Via del Pardo. Sottolineando anche in questo modo, che il Festival e in generale il tema dell'audiovisivo per Locarno sono un vero e proprio asse prioritario di sviluppo non solo culturale, ma anche sociale, economico e, come detto, urbanistico e territoriale. Riuscirci significa porre mano alla sistemazione del Fevi, alla riqualifica della Rotonda -che diventerà un nuovo “giardino per la Città” (dal nome Il progetto di riqualifica della Rotonda, destinata a diventare un giardino per la città La Rivista · Giugno - Settembre 2025 42
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