La Rivista

L’apertura economica ha consentito progressi a livello mondiale, la Svizzera l’ha praticata ed è tra i Paesi che più ne hanno beneficiato I vantaggi del libero scambio e il peso della linea dei dazi di Lino Terlizzi soprattutto vantaggi. Lo sviluppo del libero scambio non ha certamente eliminato tutte le barriere, ma le ha almeno ridotte in modo rilevante, soprattutto negli ultimi decenni. Se partiamo dal 1990, per non andare in questa sede troppo indietro nel tempo, possiamo vedere come il contenimento di dazi e barriere abbia contribuito a un aumento importante del Prodotto interno lordo. Le stime prevalenti indicano che il PIL mondiale nominale, misurato in dollari USA, era di circa 24 mila miliardi nel 1990, mentre nel 2024 è stato di circa 111 mila miliardi. La progressione è stata favorita da diversi fattori – tra gli altri, i nuovi prodotti e l’innovazione tecnologica – ma è difficile pensare che l’aumento del libero scambio, con minori barriere economiche, non abbia giocato un ruolo di primo piano. Si può obiettare che ciò che conta non è solo l’ammontare complessivo del PIL, bisogna vedere anche il PIL pro capite, cioè la media per persona. Dividendo la cifra totale del PIL per la cifra della popolazione mondiale, si arriva alla risposta. Secondo la Banca mondiale, nel 1990 il PIL pro capite era di 4.322 dollari, nel 2024 di 13.673 dollari. In teoria si potrebbe ottenere un aumento di questo valore anche rimanendo fermi o quasi come PIL, se ci fosse meno popolazione. Ma non è così. La popolazione Non sappiamo quanto a lungo resteranno i dazi americani e a che livelli. Nella migliore delle ipotesi ci sarà una retromarcia degli Stati Uniti, nella peggiore si rimarrà nel quadro esistente a settembre 2025, mentre scriviamo. Sarebbe auspicabile uno stop a questa fiammata di protezionismo, ma se così non fosse si potrebbe andare avanti per almeno tre anni abbondanti, cioè per la residua durata del mandato del presidente USA Trump, che ha voluto l’incremento dei dazi. Quanto accadrà in seguito, dopo il 2028, dipenderà dagli assetti politici che ci saranno negli Stati Uniti e a livello mondiale. Sul piano economico è facile prevedere che, con i dazi ancora a livelli alti, i commerci e la crescita mondiali avranno un ulteriore freno, che si aggiungerà a quello delle tensioni geopolitiche e dei conflitti bellici. Sino a che punto l’economia globale frenerà, dipenderà appunto anche dallo spessore e dalla durata dei dazi. Il Prodotto interno lordo Considerando che il protezionismo è tornato a occupare una parte ampia della scena, vale comunque la pena di ricordare quanto al contrario lo sviluppo del libero scambio – e dunque anche la maggior globalizzazione economica - abbia portato La Rivista Elvetiche La Rivista · Giugno - Settembre 2025 8

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