La Rivista Il Mondo in Camera viene restituita una fotografia sfaccettata delle esportazioni di alcune regioni e province italiane verso gli USA e il resto del mondo, e questo evidenzia anche il tipo di prodotti e di settori che avvertiranno maggiormente le ripercussioni dei Dazi USA. Alcuni esempi: • L'Aquila (Abruzzo): incidenza del 67,22% delle esportazioni verso gli USA, i principali prodotti esportati sono gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, con un valore di €912.880.179. • Grosseto (Toscana): il 51,46% delle esportazioni è destinato agli USA, principalmente si tratta di prodotti alimentari, bevande e tabacco per un valore di €236.942.534. • Isernia (Molise): l’incidenza dell’export è pari al 49.63% e tocca principalmente prodotti chimici che valgono €79.629.556 • Gorizia (Friuli-Venezia Giulia): l’export ha un'incidenza del 46,26% e i mezzi di trasporto sono il prodotto più esportato, con un valore di €977.973.713. • Sassari (Sardegna): 38.66% ovvero €84.287.556 per l’esportazione agroalimentare • Modena (Emilia Romagna): esporta soprattutto mezzi di trasporto per un valore di €1.735.281.313, e un'incidenza del 17,06% verso gli USA. • Firenze (Toscana): l’export di Articoli farmaceutici e chimici in generale pesa per 25,14% che si traduce in €3.155.660.640. Opportunità di Espansione in Europa Di fronte a numeri come questi la CCIS ha deciso di concentrare la propria attenzione su regioni e settori particolarmente colpiti, mostrando ai produttori Made in Italy che il mercato svizzero, alto spendente e moto attento alla qualità, è pronto a riassorbire una quota importante di ciò che è destinato agli USA, offrendo una nuova via di espansione del business di queste regioni. Emilia Romagna, Sardegna, Toscana, Abruzzo possono quindi cogliere diverse opportunità: 1. diversificazione dei mercati: spostare l'attenzione dagli USA all'Europa può aiutare a ridurre la dipendenza da un singolo mercato e a mitigare i rischi associati ai dazi elevati; 2. valorizzazione dei prodotti tipici: promuovere i prodotti tipici italiani, come l’agroalimentare, i macchinari e gli articoli farmaceutici, può rafforzare il valore dell’export Made in Italy in Europa; 3. collaborazioni e partnership: stringere collaborazioni con distributori e rivenditori europei può facilitare l'ingresso nei nuovi mercati e aumentare la visibilità dei prodotti italiani. La Rivista · Aprile - Giugno 2025 92
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