La Rivista

Sulla crescita mondiale il peso di geopolitica, conflitti bellici e dazi Anche la Svizzera frena, ma ancora una volta tiene meglio di altri. L’economia globale che rallenta e la Confederazione che si difende di Lino Terlizzi politiche, compresi purtroppo i conflitti bellici, in particolare in Ucraina e in Medio Oriente; la cosiddetta guerra dei dazi. Prendiamo qui in considerazione le previsioni che il Fondo monetario internazionale ha pubblicato alla fine di aprile, tre settimane dopo l’annuncio del presidente Trump sull’ondata di dazi USA. Secondo l’FMI, il Prodotto interno lordo (PIL) mondiale è cresciuto del 3,5% nel 2023 e del 3,3% nel 2024; nel 2025 dovrebbe crescere del 2,8% e non nuovamente del 3,3% come previsto in gennaio. L’OCSE dal canto suo ha pubblicato all’inizio di giugno un aggiornamento delle sue previsioni, indicando queste cifre per la crescita mondiale: 3,4% per il 2023, 3,3% per il 2024, 2,9% per il 2025 (non più 3,1% come indicato in marzo). La Banca mondiale infine ha a giugno aggiornato in questo modo le sue cifre sulla crescita economica globale: 2,8% nel 2023, 2,8% nel 2024, 2,3% nel 2025 (non più 2,7% come indicato in gennaio). Se l’aspetto positivo, come detto, è l’assenza di previsioni di recessione annua mondiale - l’ultima recessione globale è stata quella del 2020, anno dell’esplosione della pandemia - l’aspetto negativo è invece che la pur notevole resilienza di molte economie non permetterà di evitare un ulteriore rallentamento internazionale. Va ribadito che quello indicato Il ritmo degli avvenimenti è talmente elevato da rendere ancora più difficili del solito le previsioni economiche. Considerando i dati disponibili sino al 20 giugno scorso si può comunque tentare di almeno delineare una possibile crescita economica internazionale in questo complicato 2025, con l’avvertenza che i margini di eventuale cambiamento sono appunto più ampi rispetto ad altre fasi. In questo tentativo di abbozzare uno scenario prendiamo come basi le previsioni pubblicate sino a metà anno da tre istituzioni economiche di primo piano: Fondo monetario internazionale (FMI), Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), Banca mondiale (BM). Il quadro internazionale Il primo elemento che balza all’occhio è che secondo queste rilevanti istituzioni la crescita economica mondiale quest’anno probabilmente non raggiungerà il 3%. L’FMI e l’OCSE in precedenza avevano indicato una crescita globale di oltre il 3%, la BM invece era già sotto questa soglia ma ha ancora abbassato la sua previsione, avvicinandosi al 2%. Pur senza sfociare in recessione annua, il rallentamento sarà probabilmente marcato. Visto il quadro internazionale, non è difficile indicare le due ragioni principali di ciò: le forti tensioni geoLa Rivista Elvetiche La Rivista · Aprile - Giugno 2025 7

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