Venne introdotta la canna da zucchero, gli agrumi, le spezie e il riso. Prese piede l'abitudine di soffriggere l’aglio nell'olio di oliva per preparare i sughi e grazie ai commerci con la Cina e l'India, furono importate le melanzane, tanto care alla cucina siciliana, e i pomodori, il cacao e il mais dalle Americhe. La cucina tipica siciliana è quindi un vero e proprio viaggio attraverso la storia e le diverse culture. Tutto questo ha creato una tradizione culinaria molto varia e unica in tutto il mondo, con delle specialità che è possibile trovare solo in questa terra, da Palermo a Trapani, da Messina a Siracusa. Infatti, ogni singola provincia è caratterizzata da un piatto, che difficilmente riuscirete a trovare altrove. Le ricette siciliane sono tre le più amate della penisola, dai primi piatti, ai secondi e ai dolci tipici. Una varietà di sapori difficili da dimenticare: l’arancino, il re dello street food, poi il cannolo, il principe della pasticceria, ed infine la parmigiana, chicca della gastronomia mediterranea. Ma la cucina regionale siciliana è tale anche grazie alla bontà delle materie prime tra cui primeggiano i pomodorini e la frutta secca (mandorle e pistacchi). Iniziamo allora questo viaggio tra le città del territorio siciliano, un’isola piena di colore, che ha conosciuto l’influenza di plurime popolazioni, dagli arabi ai greci, ed è amata da grandi e bambini per il mare, il sole e sicuramente i piatti tipici siciliani. E non possiamo non tornare ad accennare anche ai pani della Sicilia (di cui abbiamo già scritto ne La Rivista di dicembre 2020). Sicilia è una terra resa unica anche dalle contraddizioni dell’ambiente e della vita sociale. Un paesaggio ricco di storia, arte e vita, che non finisce mai di stupire. L’isola del sole, dove, secondo la mitologia antica, gli armenti delle divinità pascolavano indisturbati. Terreni bruciati si alternano a terrazze verdi che si confondono con l’azzurro profondissimo del cielo. Un susseguirsi di panorami a corredo dell’immagine di una terra ricca di tradizioni colturali: grano, olive, uve, agrumi, pomodori, fichi, mandorle alternati a boschi dove sopravvivono molte specie di fiori e piante della flora tipica mediterranea. Un viaggiatore tedesco ebbe a scrivere: "Qui la natura ascolta il romantico mormorìo delle fonti come se fosse la voce amica della dea del luogo". Sicilia! Il solo nome ci riporta ai primi abitanti, i Sicani e i Siculi, che presero il nome dalla radice etimologica “sica” che sta per “falce”, quindi falciatori di messi cioè di grano, testimonianza di una coltura che qui esiste da sempre. Prima di lasciare posto ai formaggi, è bene sottolineare che in Sicilia non abbiamo lo street food ma abbiamo il cibo da strada. Che ha origini molto antiche; già ai tempi dei greci si usava mangiare del cibo fuori casa, per le vie della città. La tradizione è ricca di preparazioni veloci, e poco costose, in vendita su bancarelle o in chioschi per strada. In primis abbiamo il pane con la miuza (milza) e a seguire si mangiano gli arancini e la pizza in tutte le sue varianti siciliane, per cui va menzionata anche la rosticceria, generalmente mignon (piccoli pezzi) come calzoni, sfoglie, cornetti, ravioli ecc. Chiudiamo questo parte voluttuoso con i dolci che sono molto conosciuti a partire dalla cassata siciliana preparata con pan di Spagna, ricotta, glassa, e canditi. Altri dolci tipici sono le cassatelle di Paternò dette anche Maruska e le cassatelle di Agira, dolce molto antico tipico di Agira, in provincia di Enna. Dando per scontato il cannolo. Formaggi Siciliani La Rivista · Aprile - Giugno 2025 84
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=