stime, si nota che nel 2024 sono stati imbottigliati 1,2 milioni di ettolitri di vini DOP, con il Chianti che da solo rappresenta il 47% del totale, seguito dal Chianti Classico al 20%. Crescente non è solo la produzione, ma anche l’esportazione, soprattutto di vini DOP fermi. I dati dei primi dieci mesi del 2024 indicano, infatti, un aumento del 5% in volume e del 10% in valore. Se questo risultato fosse confermato anche dai dati degli ultimi due mesi del 2024 si supererebbero i 730 mila ettolitri, per un valore di 740 milioni di euro. Analizzando nel dettaglio le aree geografiche, si nota come la progressione più consistente dei volumi esportati è quella verso i Paesi Extra-UE, cresciuti del 7% a fronte del +1% maturato all’interno dei confini comunitari, con un divario che in valore diventa molto più evidente: +16% nei paesi Extra UE a fronte di una flessione del 4% all’interno dalla UE. Il 54% delle consegne è stato verso Stati Uniti, Germania e Canada, con gli Usa che da soli rappresentano il 33% in volume ed il 40% in valore. Alla luce di questi dati appare evidente come in futuro rischiano di pesare le incertezze legate all’evoluzione del mercato globale nel medio-lungo periodo, in riferimento ai dazi che potrebbero essere introdotti dall’amministrazione americana. Anteprima Chianti classico e Chianti classico collection La Chianti classico e la Chianti classico collection hanno segnato un nuovo primato con 218 aziende partecipanti che hanno presentato le ultime annate di Chianti Classico, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione. La Collection ’25 si contraddistingue per l’impegno del Chianti Classico e dei suoi produttori per il rispetto del territorio e un futuro sempre più sostenibile. A rappresentare questo tema, al centro della hall della Leopolda l’istallazione vegetale, con piante spontanee, emblema della biodiversità che da sempre caratterizza le colline del Gallo Nero. La fotografia attuale della denominazione si articola in tre declinazioni diverse di sostenibilità: ambientale, sociale e culturale, rispecchiando i tre capisaldi del nuovo protocollo del Chianti Classico. Concetti fondamentali per la produzione di un vino di qualità, sapendo che tutto inizia con il lavoro in vigna. Già oggi sono due terzi delle aziende che praticano l’inerbimento tra i filari, azione essenziale per combattere l’erosione del suolo e il suo impoverimento. Tre aziende su quattro si impegnano a preservare l’ecosistema in vigna, riducendo l’utilizzo di diserbanti e di concimi chimici, privilegiando compost naturali (37%) oppure i sottoprodotti del processo di vinificazione (52%). In questa stessa direzione, va anche il dato sulla presenza delle piante mellifere in circa un’azienda su tre, che corrisponde al 27% degli ettari censiti. Questa attenzione si riflette anche nella conduzione biologica: il 61% delle aziende sono già in possesso della certificazione, e un ulteriore 9% sta intraprendendo il percorso di conversione al biologico. Quasi la metà delle aziende utilizza fonti energetiche alternative (45%) e si impegna nella riduzione del peso delle bottiglie (65%), oltre al riuso di materiali quali vetro e carta (54%). Il recupero e il mantenimento di antiche tradizioni come i muretti a secco (44%), dei terrazzamenti (38%) e delle strade bianche (74%) rappresenta un attivo e costante impegno nella tutela del territorio, che supera i confini dei vigneti. I mercati dei Chianti Classico DOCG Gallo Nero Per quanto riguarda le vendite, gli USA si confermano ancora una volta al primo posto: il 36% delle bottiglie La Rivista · Aprile - Giugno 2025 73
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