La Rivista

cata alla compagna e amica Patti Smith, immortalata in pose intime e iconiche che esprimono la sua figura androgina e la sua vulnerabilità, a quelli di Lisa Lyon, bodybuilder e musa dell’autore, che esplorano il vigore, la resistenza e la femminilità, trascendendo le convenzioni di genere. Mapplethorpe cattura il suo corpo scolpito, celebrando la potenza e la bellezza attraverso parametri estetici classici. In mostra anche i ritratti di personaggi a tutti noti come Truman Capote, Glenn Close, Richard Gere, Keith Haring, David Hockney, Annie Leibovitz, Yoko Ono, Robert Rauschenberg, Isabella Rossellini, Susan Sarandon, Susan Sontag, Andy Warhol, e molti altri. Il ritratto fotografico per Mapplethorpe non rappresenta solamente l’incontro intimo tra due personalità, ma una sorta di altare visivo o sorpresa dove si svela l’inaspettato. Il suo stile chiaro sfida gli spettatori a confrontarsi con le immagini. Mapplethorpe era interessato a valori universali come la simmetria e la bellezza e si avvicinava a tutti i suoi soggetti con lo stesso occhio perspicace attraverso una composizione sublime, l'uso di contrasti cromatici e l'illuminazione cinematografica. Perturbanti gli autoritratti dell’autore, che rivelano la sua esplorazione dell'identità concepita sempre come qualcosa di fluido e mutevole. Attraverso pose studiate e simboli provocatori, il fotografo si presenta come artista e soggetto, indagando i confini tra sé e l'immagine pubblica. In occasione della trilogia viene pubblicato un importante catalogo da Marsilio Arte. Il volume, che accompagna le tre mostre, indaga l’intera produzione e l’evoluzione del linguaggio di Mapplethorpe attraverso 257 opere. 1 Comunicato stampa di Marsilio Arte 2 Comunicato stampa di Marsilio Arte 3 Ib La Rivista Cultura Lydia Cheng, 1987 © Robert Mapplethorpe Foundation Thomas, 1986 © Robert Mapplethorpe Foundation Isabella Rossellini, 1988 © Robert Mapplethorpe Foundation La Rivista · Aprile - Giugno 2025 54

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=