La Rivista

La Rivista Elefante invisibile* Per quanto concerne le strategie seduttive la più comune ed efficace è fare leva sul bisogno insito in ogni creatura di piacere e di rendersi interessante agli occhi del prossimo. Il lupo ispirandosi alla miriade di esempi che circolano (ancora ahinoi!) su internet potrebbe in sostanza sedurre l’agnellino dicendogli con tono suadente e sdolcinato: - Sei il più bello e dolce agnellino del mondo, ho sempre sognato di avere un amico come te. Vorrei proprio farti una carezza. Vieni da me, sarai mio ospite privilegiato, ti invito nel mio luogo preferito, il prato ovale, dove ti riceverò con tutti gli onori, ti offrirò dei doni… (va da sé che l’agnello si accorgerà troppo tardi di essere caduto in trappola…) In ogni caso, in sintesi, il trucco di tali perfidi maestri consiste nel far credere che la vittima è il vero colpevole, gonfiando spudoratamente continue false accuse, fino a creare una cortina di fitta nebbia che rende impossibile distinguere fra verità e menzogna. Il trucco diventa ancor più calamitoso quando viene usato in presenza di un pubblico ben disposto a respirare qualsiasi veleno, per interessi di parte, per timore di rappresaglie, per quieto vivere a breve termine, nonché per l’infantile bisogno di credere ad ogni età che i cattivi siano sempre e soltanto gli altri… Domande… L’agnello è dunque senza scampo? Deve subire tutte le aggressioni verbali e fisiche del lupo cattivo? deve inesorabilmente finire mangiato? Altre due domande: c’è qualche persona che ha un’idea per una versione alternativa della favola con un finale meno tragico per l’agnello? Se tale persona esiste, sarebbe disposta a condividere la sua narrazione alternativa? P.S. Mio marito che da sempre svolge per me l’apprezzato ruolo di primo lettore dei miei testi, una volta terminata la rilettura di questo contributo si è lanciato subito nel proporre un finale alternativo dall’esito vanamente buonista, in sintonia con le sue ipotesi di irriducibile scettico. Passa da quelle parti un certo Francesco che con parole soavi e gesti amorevoli persuade il lupo che non è bene mangiare l’agnello. Il lupo, ammansito e con la coda fra le zampe, facendo atto di sottomissione chiede umilmente: “Fratello uomo, ma allora tu che mi dai da mangiare?” “Nulla, caro fratello lupo” - risponde Francesco – “ma posso darti tanto amore e la mia benedizione!” A quel punto il lupo si sbafa prima Francesco e poi l’agnello come dessert. 1 Introduco tale distinzione tra lupo cattivo e lupo tout court tenendo conto delle moderne sensibilità dei difensori della reputazione di ogni specie animale e altresì per ricordare che le narrazioni mitologiche non sempre attribuiscono al lupo intenti malvagi, anzi ben il contrario: basti pensare alla leggenda fondatrice di Roma che narra dei gemelli Romolo e Remo salvati e allattati da una benevola lupa Passa da quelle parti un certo Francesco che con parole soavi e gesti amorevoli persuade il lupo che non è bene mangiare l’agnello… La Rivista · Aprile - Giugno 2025 43

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=