La Rivista

La “piccola Versailles” che ammaliò il Leopardi Una passeggiata fra le strade di Varese, “città giardino” in equilibrio fra lago e paesaggi urbani, fra antico e modernità, fra una bellezza discreta e lo splendore contemporaneo di Villa Panza Chissà dove sarà, l’anima di questa “piccola città” che assume di volta in volta sembianze diverse a seconda del punto di vista da cui la si osserva, e che di volta in volta sfugge e si trasforma in qualcosa di sempre diverso: dalla “piccola Versailles” che ammaliò Giacomo Leopardi al centro manifatturiero operoso dello sviluppo industriale tardo ottocentesco, dalle strade sonnacchiose del centro storico, che si animano per lo shopping del sabato o per la passeggiata domenicale, alla stella polare per i cultori dell’arte contemporanea rappresentata dalla straordinaria Villa Panza di Biumo. Se lo chiedessimo a un esperto di numerologia, di decifrare questa città che si è sviluppata, come Roma, su sette colli, e che è circondata da sette laghi, probabilmente ri- sponderebbe che il 7 è uno dei numeri più simbolici e densi di significato: è considerato un numero spirituale, introspettivo e analitico, spesso associato alla ricerca della verità, alla conoscenza interiore, al mistero… Tra natura e architettura Di sicuro, Varese non ama mettersi in mostra. Chi arriva da Milano o dalla vicina Svizzera spesso la attraversa distrattamente. Eppure, a chi decide di fermarsi, Varese sa parlare sottovoce con un linguaggio fatto di bellezza discreta, di paesaggi morbidi e ordinati, di una cultura radicata e stratificata. Non è una città che si offre tutta in un colpo d’occhio: richiede tempo, pazienza e una certa disponibilità ad ascoltare. Definita già nell'Ottocento " Città Giardino", Varese ha costruito la propria identità sull’equilibrio tra natura e architettura, tra ritmi lenti e una I portici del centro storico di Nico Tanzi La Rivista Il Belpaese La Rivista · Aprile - Giugno 2025 36

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