La Rivista

1965-2025: a 60 anni dalla tragedia In ricordo delle 88 vittime (56 italiani) di Mattmark di Tindaro Gatani La Ballata per i caduti Il bel sole volgeva al tramonto tra le cime deserte e ghiacciate gia le squadre eran tutte tornate da un infido e pesante lavor era gente di varie nazioni ma in gran parte era gente italiana che lasciata la casa lontana a Mattmark lor trovaron lavor Tutta quella gente di varie nazioni, in tutto 88 operai: 56 italiani, 23 svizzeri, 4 spagnoli, 2 tedeschi, 2 austriaci e un apolide, alle ore 17,15 di lunedì 30 agosto 1965, fu seppellita da una valanga di più di due milioni di metri cubi, staccatasi dal ghiacciaio dell’Allalin. Erano operai impegnati nella costruzione del bacino artificiale, che si trova nel Saastal, in Vallese. Dopo il turno di dura fatica, gli operai erano appena rientrati nelle baracche del cantiere e si apprestavano a sedersi “alla mensa dov’era pronto il cenar”. Fu in quel preciso momento che: ad un tratto si e sentito un ronzio che divento man mano stridore poi sembro di tuono un fragore che dall'alto veloce arrivo. Gli operai non ebbero scampo: un boato tremar fe' le valli poi torno il silenzio assoluto il tremendo destin fu compiuto nello spazio di un attimo sol Tra le province italiane maggiormente colpite ci furono Belluno, in Veneto, con 17 vittime e Cosenza, in Calabria, che perse 7 uomini, tutti di San Giovanni in Fiore. Ho voluto, di proposito, ricordare quella tragedia attraverso la ballata, composta subito dopo quel tragico avvenimento, da Adriano Callegari (1921-1992), famoso cantastorie di Voghera in provincia di Pavia, e poi portata a rinnovato successo, dal più popolare cantautore veneziano Gualtiero Bertelli, vincitore due volte del prestigioso Premio Tenco, che l’ha incisa nel 2004 con la Compagnia delle Acque, nel suo album dei Canti dell’emigrazione italiana (https://www.youtube.com/watch?- v=tEjWJCXNTK0). Nei canti la memoria storica dell’emigrazione La scelta della Ballata, componimento musicale a “tempo lento”, dà la possibilità a chi ascolta una maggior opportunità di riflettere sul contenuto ed il significato delle parole. Abbiamo citato questa Ballata per ricordare che la memoria dell’emigrazione italiana è, da sempre, tramandata anche dai suoi canti. Centinaia di canzoni testimoniano l’epopea dei nostri connazionali costretti a lasciare la patria per terre lontane, affrontando viaggi pericolosi e sopportando immani sacrifici. I canti, talvolta più che i libri e le varie pubblicazioni, per la loro più incisiva diffusione, hanno contribuito in modo rilevante a far conoscere la storia di milioni e milioni di italiani emigrati. A partire da Amara terra mia, brano popolare dei primi del Novecento, rielaborato da Domenico Modugno ed Enrica Bonaccorti e pubblicato nel 1971, che descrive le dure condizioni di lavoro che costringevano la gente ad andare via, a Io parto per La Merica, che esprime la speranza di un futuro migliore di un emigrante piemontese. Sono Canti che, come detto, costituiscono, sotto i diversi aspetti, la memoria storica della nostra emigrazione. Essi documentano non solo le esperienze di milioni di persone, ma Per il 60° prevista una serie di manifestazioni organizzate dall’Associazione ItaliaValais e da un comitato ad hoc, in collaborazione con le autorità italiane e svizzere La Rivista Società La Rivista · Aprile - Giugno 2025 31

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