La Rivista

(che tassa non si vorrebbe considerare) per i vecchi frontalieri e della sua, secondo gli svizzeri, incompatibilità con l’accordo fiscale. Come stanno le cose? Non si tratta di una « tassa sulla salute » ma di un contributo al Servizio Sanitario Nazionale italiano a carico dei vecchi frontalieri non iscritti alle casse malati svizzere. Si tratta di una partecipazione alle spese del servizio sanitario italiano, di cui i frontalieri fruiscono, per aumentare le retribuzioni in un’area di confine soggetta all’esodo di medici e infermieri verso la Svizzera. Gli importi richiesti variano dai 30 ai 200 euro al mese e sono di gran lunga inferiore ai costi di iscrizione alle casse malati in Svizzera che oscillano tra i 500 ed i 600 franchi al mese. Inoltre il Dipartimento federale delle Finanze ha riconosciuto, in più di un’occasione, che tale misura non viola l’accordo bilaterale per evitare la doppia imposizione. L’Italia si attende pertanto comprensione da parte dei frontalieri che percepiscono un trattamento economico parametrato al costo della vita in Svizzera pur continuando a fruire di servizi nel nostro Paese. Solo in questo modo si potrà prevenire il rischio di “desertificazione sanitaria” nelle aree di confine che penalizzerebbe, alla fine, gli stessi frontalieri e le loro famiglie. Irrisolta, c’è l’annosa questione del mancato libero accesso al mercato italiano dei servizi finanziari per gli istituti che non sono in grado di aprire una succursale in Italia. Si risolverà? Non ve ne sono i presupposti, in quanto è una politica che si applica a tutti Paesi extra-UE. Ciò detto, nulla vieta di continuare a parlarne. Un altro tema che è stato evocato negli ultimi vertici tra esponenti dei due governi è quello relativo alla sospensione dell’accordo di Dublino da parte dell’Italia – confrontata con un incremento degli sbarchi di migranti sulle sue coste – in merito ai trasferimenti dei richiedenti asilo. Tema che, lo scorso 29 aprile, ha indotto il Blick, quotidiano che notoriamente non fa della raffinatezza la cifra distintiva della propria comunicazione, a titolare Italien verkauft unsbei Asylverfahren für dumm – und wir lassen es geschehen (“L’Italia ci prende per idioti quando si tratta di procedure d’asilo e noi lasciamo fare”). La questione è stata sollevata dal Consigliere federale Jans in occasione del suo incontro nel novembre scorso a Chiasso con il Ministro dell’Interno Piantedosi. La posizione dell’Italia è molto chiara: la pressione migratoria cui l’Italia è stata sottoposta non ha consentito in questi anni di riprendere …con la Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni… … con il Ministro degli esteri italiano Antonio Tajani… La Rivista · Aprile - Giugno 2025 29

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