La Rivista

complicata sia dal punto di vista gestionale che finanziario, da indurre all’abbandono o a paventare il rischio, d’altronde, in un paio di casi, già concretizzatosi, di fallimenti. Uno scenario troppo pessimista? No. É uno scenario realistico. Solo gli enti gestori con autonomia finanziaria, in possesso di risorse proprie e in grado di raccogliere fondi in loco potranno continuare ad operare nel lungo periodo. Lo Stato italiano eroga infatti contributi che coprono una parte consistente delle spese di funzionamento degli enti gestori, ma non il 100%. In quanto strutture private gli enti gestiti dovranno pertanto acquisire autonomia gestionale per poter proseguire le loro attività. I doppi cittadini italiani e svizzeri, che sono contribuenti ed elettori in questo Paese, dovrebbero pertanto far sentire la loro voce per sollecitare il sostegno delle autorità cantonali e federali a favore dei corsi di italiano che va ricordato, è una lingua ufficiale, non una lingua straniera in Svizzera. Negli ultimi anni, il ruolo dell’Ambasciatore si è andato evolvendo, ridefinito da quella che possiamo definire diplomazia economica. Accanto a quello di garantire tramite gli uffici consolari i servizi ai connazionali, è andata via via intensificandosi l’attività di promozione del made in Italy o più in generale della reputazione del Marchio Italia. Si parla in questo caso di promozione integrata. In cosa consiste? Con quali obiettivi prioritari? Per promozione integrata si intende promozione su specifici temi (design, ricerca, cucina italiana, sport e spazio) che sono leve preziose per la valorizzazione dell’Italia e del Sistema Italia. I suoi obiettivi sono attrarre investimenti, promuovere l’export, l’internazionalizzazione delle imprese e favorire le opportunità commerciali. In tale prospettiva ogni anno organizziamo a Berna una “riunione di sistema” con le aziende italiane in Svizzera e a partire dal 2026 estenderemo l’invito anche alle aziende svizzere che hanno sedi in Italia. Inoltre dalla fine dello scorso anno, su impulso del Ministro Tajani, abbiamo incontrato numerosi imprenditori italiani interessati ad investire in Svizzera. Assieme alla CCIS, che è un punto di riferimento per l’Ambasciata e la rete consolare in Svizzera, promuoviamo poi attivamente il Made in Italy, con il prezioso contributo dei 700.000 connazionali che vivono in questo Paese. Infine, il Governo italiano ha varato un Piano d’azione per favorire il dialogo tra aziende italiane, operatori locali e controparti estere, per sostenere la cooperazione economica e favorire le opportunità commerciali, disponibile sul link: https://www.esteri.it/wp-content/uploads/2025/03/Piano_dAzione_export_ italiano.pdf Il fatto che l’Agenzia ICE, che un tempo afferiva al Ministero dello sviluppo economico, faccia ora riferimento al Maeci, agevola questo tipo di azione e promozione? In tal senso, il ruolo dell’Ambasciatore assume funzioni gerarchiche anche nei confronti dell’agenzia Ice? Certamente. Il coordinamento delle attività dell’Agenzia ICE spetta al MAECI e all’estero agli Ambasciatori accreditati presso i singoli Paesi. Nel marzo scorso, ad esempio, Ambasciata ed ICE hanno organizzato a Berna un convegno sulla nutrizione dedicato al raffronto tra il sistema di etichettatura italiano Nutrinform e quello francese Nutriscore che ha avuto un grande successo. Lei in più di un’occasione ha dichiarato che, dopo un periodo di incomprensioni, Italia e Svizzera, come confermano anche i recenti incontri istituzionali, primo fra tutti quello con Il Presidente Mattarella e la sintonia fra il Consigliere Cassis e il Ministro Tajani, sono arrivate a un livello di eccellenza dei rapporti bilaterali senza precedenti. In generale non vi è dubbio che le cose stiano così.Eppure, non mancano questioni, anche annose, che qualche malcontento lo generano. Vediamone alcune: La cosiddetta tassa sulla salute …con il Consigliere federale Ignazio Cassis… La Rivista L’Intervista La Rivista · Aprile - Giugno 2025 28

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