danni le nuove relazioni commerciali con gli USA. Anche se va ricordato che la Svizzera potrebbe avere delle ricadute negative da un’escalation delle relazioni commerciali fra Stati Uniti e Unione europea. Ermotti non crede che, pur in un momento difficile come questo, i rapporti con l’Italia, tendenzialmente stabili, possano subire particolari mutamenti, fermo restando che l’Italia è nella Ue, pertanto, in materia di relazioni commerciali, dipende da quanto sarà concordato in sede di Unione europea. L’auspico è che da questa situazione l’Europa tragga gli stimoli per attuare le riforme necessarie a renderla un reale motore di crescita. Fra le più importanti, nonostante tutto Nonostante i cambiamenti intercorsi negli ultimi 20 anni la Piazza bancaria elvetica resta ancora una delle più importanti del mondo. Anche se aumenta la concorrenza, in modo particolare quella con piazze finanziarie come Singapore e Hong Kong che nei prossimi 3/5 anni supereranno quella svizzera. Non si può ignorare che in passato si sono perse delle opportunità offerte dal mercato, per via di scelte che non sempre sono state dettate da pragmatismo. Talvolta, anzi spesso, perché convinti che la posizione della Svizzera fosse tale per disegno divino, e non invece ,come in realtà è, il risultato del lavoro e dei valori delle generazioni che hanno preceduto quella di Ermotti. Oggi, forti di questa consapevolezza, la piazza finanziaria svizzera può continuare a giocare un ruolo molto importante, seppur, teme il Ceo di UBS group, in una Svizzera che sta forse perdendo quelle che erano le peculiarità che ne hanno definito la propria unicità. Rafforzare la leadership globale Al centro della strategia del gruppo UBS c’è l’impegno a rafforzare la leadership globale nella gestione patrimoniale, restando la Banca universale in Svizzera, capace di diversificare la propria attività, sia su mercati solidi sia su quelli emergenti, in funzione sinergica. Mantenere questa dimensione globale, dalla quale non si può prescindere, ha delle ricadute positive anche sull’attività di UBS come banca svizzera. Ermotti si è detto soddisfatto di come sta progredendo il processo di integrazione di Credit Suisse, e della necessaria ristrutturazione dei bilanci e dei costi, in una logica di risparmio che consenta di tornare a quei livelli di reddittività che c’erano prima dell’acquisizione. In parallelo, c’è una fase pesante di migrazione di dati, relativi ad un milione di clienti e a tutte le loro operazioni, che deve essere portate a termine nei tempi, entro i primi mesi del 2026, e nei costi previsti. Impresa di cui non è a tutti forse completamente chiara la portata. Solide basi per investimenti futuri Tutto questo accade in un momento difficile in tutto il mondo, e l’attenzione ai costi e alla riduzione di personale, anche in seguito all’impiego di nuove tecnologie, ha senso se pensato per creare solide basi sulle quali costruire gli investimenti futuri. Comprensibilmente oggi i fari sono puntati sul processo di integrazione di Credit Suisse, non si deve però sottovalutare che l’UBS di oggi è il frutto di 520 acquisizioni e fusioni in 170 anni di storia. L'Italia, al pari di quelli di altri Paesi europei, è un mercato sicuramente interessante. Estremamente competitivo e concorrenziale. Molto frammentato, dove forte è la presenza e il ruolo delle banche locali. Che hanno le loro appeal, che hanno dei business model diversi, che usano forse più la leva del credito, che curano le relazioni commerciali con l'impresa. In questo senso, per UBS non costituiscono una concorrenza, perché non UBS si posiziona in un altro tipo di servizio. Il CEO di UBS Group con Lino Terlizzi La Rivista · Aprile - Giugno 2025 25
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