La Rivista

Contribuire alla trasformazione tecnologica Ha avuto il via libera del Consiglio dei Ministri il cosiddetto ddl concorrenza (Legge annuale per il mercato e la concorrenza) atteso ora dal Parlamento. Si tratta di un provvedimento inserito nel quadro delle misure e degli interventi di attuazione del PNRR, in quanto l’approvazione annuale di una “legge sulla concorrenza” rientra appunto tra gli impegni assunti dall’Italia e al cui rispetto risulta subordinato lo stanziamento dei fondi previsti. Il ddl in questione – sintetizza Palazzo Chigi – introduce disposizioni in materia di trasferimento tecnologico alle filiere produttive nazionali, volte a favorire la diffusione delle conoscenze ai settori industriali. Di particolare rilievo è la previsione dell’adozione, da parte del Ministro delle imprese e del Made in Italy e del Ministro dell’università e della ricerca, di un atto di indirizzo strategico volto a valorizzare le conoscenze e contribuire alla trasformazione tecnologica delle filiere produttive. Nell’ottica di creare maggiore sinergia di azione fra i soggetti dotati di specifica competenza, la “Fondazione Tech e Biomedical” gestirà i 250 milioni di euro già stanziati destinati a finanziare progetti in materia di trasferimento tecnologico. Oltre a norme sui servizi pubblici locali, il decreto interviene anche in materia di accreditamento sanitario, prevedendo specifici criteri volti a favorire la concorrenza in vista della scadenza della proroga fissata per dicembre 2026. Un altro decreto legge licenziato dal Governo riguarda le crisi industriali che, tra l’altro, prevede lo stanziamento di 200 milioni di euro in favore di Acciaierie d'Italia in amchiede anche che, successivamente a tale dichiarazione, il minore risieda legalmente e continuativamente per almeno due anni in Italia, oppure che la dichiarazione di volontà sia presentata entro un anno dalla nascita o dalla data di riconoscimento/ adozione da parte di un cittadino italiano. Il minore, che diviene cittadino italiano per volontà dei genitori e che possiede un'altra cittadinanza, può rinunciare alla cittadinanza italiana al raggiungimento della maggiore età. Il comma 1-quater stabilisce inoltre che il figlio minore di un genitore che acquista la cittadinanza può a sua volta acquisirla solo se risiede legalmente in Italia da almeno due anni continuativi alla data di acquisto della cittadinanza da parte del genitore (o dalla nascita, qualora il minore abbia meno di due anni). L'articolo 1-bis, al primo comma prevede che lo straniero residente all'estero, discendente di un cittadino italiano e cittadino di uno stato di storica emigrazione italiana, possa entrare e soggiornare in Italia per lavoro subordinato al di fuori delle quote massime previste dal decreto flussi. L'individuazione di tali Stati è rimessa a un decreto interministeriale. L'articolo 1-bis, al comma 2, riduce da tre a due anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto per la concessione della cittadinanza allo straniero il cui genitore o nonno sia o sia stato cittadino italiano per nascita. La legge, infine, prevede (all’articolo 1-ter) che chi sia nato in Italia o vi abbia risieduto per almeno due anni continuativi, e abbia perduto la cittadinanza in applicazione di specifiche disposizioni della legge n. 555 del 1912 la riacquisti se effettua, tra il 1° luglio 2025 e il 31 dicembre 2027, una dichiarazione in tal senso. Referendum senza cuo…rum e partecipazione agli utili d’impresa Sulla cittadinanza – questa volta per gli immigrati in Italia – si sono espressi gli italiani in Patria e all’estero nel recente referendum abrogativo che, sul tema, chiedeva di abbassare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale necessario per richiedere la cittadinanza italiana per quanti vivono, studiano e lavorano in Italia. Né questo, né gli altri quesiti sul lavoro hanno raggiunto il quorum necessario, vista la bassa partecipazione al voto. Sul fronte dei risultati, chi è andato a votare lo ha fatto soprattutto per votare “sì” a tutti e cinque i quesiti, con percentuali plebiscitarie per i 4 referendum sul lavoro, e molto meno nette per quello sulla cittadinanza, in Italia come all’estero dove in sei Paesi, tra cui la Svizzera, ha addirittura vinto il “no” (gli altri sono Sudafrica, Russia, Israele, Qatar e Bulgaria). In vigore dal 10 scorso al Legge “Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese”. Con questa legge i lavoratori sono ammessi a partecipare all'attività aziendale sotto il profilo gestionale, economico e finanziario, organizzativo e consultivo. Il testo prevede incentivi fiscali per premi e partecipazione agli utili, oltre a piani di partecipazione finanziaria con regime agevolato sui dividendi; le aziende possono istituire commissioni paritetiche per innovazione e miglioramento e introdurre figure aziendali per welfare, inclusione e genitorialità. È previsto il coinvolgimento sindacale tramite consultazioni formali. Il testo include obblighi formativi per i rappresentanti dei lavoratori e istituisce una commissione permanente presso il CNEL. La Rivista · Aprile - Giugno 2025 17

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