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La Rivista Geopolitiche Il Pontificato di Leone XIV: Un Nuovo Capitolo per la Chiesa e il Mondo di Eva Castagnetti* L’elezione di Papa Leone XIV avviene in un momento cruciale sia per la Chiesa cattolica che per la diplomazia internazionale, e potrebbe rappresentare un cambiamento forse molto significativo in un periodo storico particolarmente delicato. Un insieme inedito di esperienze e visioni Primo papa statunitense, anche se non primo americano, Robert Francis Prevost porta al pontificato un insieme inedito di esperienze, personalità, prospettive culturali e visione ecclesiastica. Il simbolismo della sua elezione, il nome scelto, la sua storia personale e anche la composizione dei leader mondiali presenti all’inaugurazione del suo papato, sono tutti importanti segni non solo della direzione in cui la Santa Sede vuole o potrebbe andare negli anni a venire, ma anche delle aspettative e attitudine degli altri attori geopolitici in rispetto alla posizione e influenza del papato. Nato a Chicago nel 1955, Papa Leone XIV è membro dell’Ordine di Sant’Agostino e ne è stato Priore Generale per oltre un decennio. Ha trascorso quasi vent’anni in Perù come missionario, un’esperienza che ha forgiato una conoscenza concreta delle sfide ecclesiali e delle aspettative e aspirazioni geopolitiche del Sud globale. Grazie alla combinazione di queste sue esperienze, ma anche e forse soprattutto per la sua specifica personalità, Prevost incarna una figura ponte tra pragmatismo, empatia, riflessione teologica e autorità papale. Mentre Francesco era noto per il suo carisma, la sua spontaneità e il suo stile sacerdotale schietto, Leone XIV si mostra più riservato e metodico. La sua leadership appare meno emotiva, ma più strutturata e più attenta alla costruzione di mediazioni durature. La scelta del nome Leone XIV evoca chiaramente una continuità storica, in particolare con Leone XIII (1878–1903), autore dell’enciclica Rerum Novarum, considerata la pietra miliare della dottrina sociale della Chiesa. È un messaggio forte: il suo pontificato si annuncia come attento ai temi del lavoro, della giustizia, della dignità umana, dell’etica pubblica. Temi che, nell’era dell’intelligenza artificiale e della crisi climatica, tornano a ricoprire un ruolo preponderante. Leone XIV appare determinato a raccogliere e ordinare l’eredità del suo predecessore, ma lo farà con un registro più sistematico e dottrinale: una Chiesa che non si richiude e decide di rileggere la modernità con spirito critico ma non oppositivo. La gestione e contenimento della polarizzazione ecclesiale tra conservatori e progressisti, tra chi vorrebbe frenare ogni cambiamento e chi ne vorrebbe uno radicale, richiede sia equilibrio che fermezza teologica. È proprio grazie a questa sua meno evidente ribellione alla tradizione ecclesiastica, alla sua personalità moderata, che ispira fiducia e comprende l’importanza non solo delle riforme ma anche del consenso, che tali riforme potrebbero ora essere veramente possibili. La sua forza sta nella capacità di cambiare senza rompere, di innovare nel rispetto della struttura. A ciò si aggiunge una possibile revisione della governance interna del Vaticano, improntata a maggiore trasparenza e razionalità. Bisogna avere padronanza delle regole per poterle cambiare. Protagonista sul palcoscenico internazionale L’elezione di Prevost denota una attenzione dei cardinali non solo alle La Rivista · Aprile - Giugno 2025 13

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