La Rivista

Recui, per presentare loro i percorsi di studio dedicati alla valorizzazione e salvaguardia dei patrimoni Unesco. A chiudere la settimana di celebrazioni la Cappero Fest, evento dedicato ad un altro prodotto identitario dell’isola. Considerazioni finali La coltivazione della vite a Pantelleria risulta essere in tutti i contesti geografici il frutto di un equilibrio, a volte esile a volte forte tra l’ambiente pedoclimatico, le tecniche di coltivazione, e l’obiettivo enologico prefissato. Tanto più l’ambiente risulta estremo per le condizioni che lo caratterizzano tanto più risulta difficile l’attività agricola ed una maggiore enfasi accompagna la sfida. Pantelleria come altri contesti viticoli estremi dimostra quanto difficile risulti raggiungere gli equilibri ma che una volta ottenuto porta a qualità e tipicità enologiche eccezionali. Il clima - Il clima nell’isola dei venti risulta di tipo semiarido. Le temperature medie annuali sono di circa di 18 C° con minime di 10 C° e massime che raggiungono anche punte di 35° in agosto. Le precipitazioni medie risultano molto basse, di circa 450 mm annui, distribuite soprattutto nei mesi di novembre, dicembre e gennaio. Condizioni queste di estrema difficoltà per l’attività agricola. Il fattore climatico che maggiormente influenza le attività viticole risulta il vento che soffia continuo e a forti intensità. In alcuni anni diventa il vero fattore determinante delle produzioni causando riduzioni tra un’annata e l’altra anche del 50%. D’altro canto, la grande ventilazione oltre che garantire sanità delle uve risulta determinante nell’appassimento delle uve. I terreni - L’isola, di origine vulcanica, risulta costituita da rocce laviche che hanno dato origine a suoli sciolti, profondi, ricchi di minerali. Queste condizioni, tra l’altro, determinano una forza aromatica qualitativamente e quantitativamente straordinaria in tutte le produzioni agricole e forestali: gli olii essenziali dell’origano pantesco, il profumo inebriante del finocchietto selvatico, i fichi d’India gustosi e… spinosi, l’eleganza e la dolcezza dell’olio pantesco e in chiusura i terpeni dello zibibbo che ti inebria con la sua esuberante dolcezza che sa di fichi secchi, di uva passa, di datteri e di un mielato di corbezzoli. Un damnuso, la tipica costruzione pantesca Il fiore della pianta del cappero, il cui frutto è un prodotto identitario dell’Isola

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