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La Rivista La Dieta rivista Il periodo delle feste natalizie può piacere o meno, essere vissuto con gioia o contando i giorni finché finisca, ma è indubbio che ricorda a tutti lo scorrere e la ciclicità del tempo. Un’occasione per ricordare quanto il tempo sia importante, se ben speso. Vediamo come ben impiegarlo a tavola e per la nostra salute. “A Natale puoi…” cantava un vecchio spot per la tv. Non solo Natale e Capodanno, ma moltissime festività, religiose o meno, celebrano la ciclicità e il trascorrere del tempo e ci portano a confrontarci con il flusso del tempo, a riflettere sul passato e a prepararci per il futuro. Dal Moon Festival cinese, al Thanksgiving statunitense, dal Capodanno gregoriano allo Yulefest australiano, le ricorrenze diventano spesso momenti di rinnovamento, di celebrazione e di riflessione spirituale e sociale. Il tempo però gioca un ruolo fondamentale anche nella quotidianità, non solo per la sveglia che suona al mattino o per le scadenze lavorative o l’orario scolastico, ma anche per il mantenimento e il miglioramento della nostra salute, passando anche dalla tavola. C’è un tempo per mangiare e uno per riposare Il corpo umano segue un ritmo circadiano, ossia un ciclo di circa 24 ore che regola molte funzioni fisiologiche, tra cui il sonno, la temperatura corporea, la secrezione ormonale e il metabolismo. Questo ritmo ha un impatto importante sui cosiddetti processi anabolici (di costruzione) e catabolici (di liberazione di energia) del corpo, che sono fasi opposte ma complementari nel metabolismo. Durante la veglia, in particolare nelle prime ore della giornata, il corpo entra nella fase catabolica, usando i nutrienti contenuti nel cibo per liberare energia ed essere al massimo della sua efficienza. Ecco perché è importante iniziare la giornata con una buona colazione e consumare un pasto completo durante la pausa pranzo. Questo, inoltre, ci permetterà di non arrivare troppo affamati la sera. Un pasto serale leggero è infatti fondamentale per la fase anabolica, che inizia in serata e prosegue durante la notte. Il corpo usa le ore di riposo e digiuno per riparare in modo efficace i tessuti danneggiati, eliminare le cellule senescenti e ripristinare la propria efficienza per ricominciare al massimo della forma il mattino successivo. Una cena pesante rallenta e rende difficoltoso questo processo ed è la causa più probabile della stanchezza che molti accusano al risveglio. Il tempo dedicato al pasto Mangiare di fretta non è mai una buona idea. Svegliarsi all’ultimo momento ed avere poco tempo da dedicare alla colazione può aumentare i livelli di adrenalina, che chiude lo stomaco, impedendoci di mangiare. Il che significa che a metà mattinata ci butteremo sulla prima cosa che ci vedremo davanti agli occhi. Oppure, se a pranzo ci ingozziamo perché abbiamo solo pochi minuti di pausa, la scarsa masticazione e gli stessi ormoni dello stress potrebbero impedirci di digerire bene, con il conseguente, odiosissimo, abbiocco postprandiale (avete capito: non è “colpa”, o almeno non solo, di cosa mangiate, ma di come lo fate). Prenderci un minuto di raccoglimento per lasciare fuori dalla mente le attività della giornata e dedicarsi in modo più presente al pasto, ci consentirà di godere appieno anche del gusto del nostro pranzo, faciliterà sia la sazietà che la digestione e renderà la pausa di metà giornata più rigenerante. IL TEMPO È PREZIOSO. ANCHE QUELLO DEI FAMIGERATI “A TE E FAMIGLIA” di Tatiana Gaudimonte La Rivista · Ottobre-Dicembre 2024 78

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