Dalla Terrasanta a Roma Mentre gli arabi avevano tollerato i pellegrinaggi per approfittare dei rilevanti vantaggi economici che essi apportavano, i turchi, invece, si abbandonarono alle più crudeli persecuzioni dei cristiani, rendendo pericolosa ogni relazione tra Occidente ed Oriente. Fu per riconquistare alla Cristianità la Terrasanta che furono allora organizzate le Crociate, che, pur costituendo un fallimento sul piano militare, assunsero invece una notevole importanza su quello sociale, culturale ed economico. Esse furono infatti all'origine della forte intensificazione degli scambi, che rafforzarono la potenza economica delle Repubbliche marinare italiane. Fino a quando fu possibile mantenere testa ai turchi, gli Stati crociati di Terrasanta furono meta di una moltitudine di pellegrini provenienti da ogni parte d'Europa. Ma poi, venendo meno l'assistenza e la garanzia di sicurezza, i pellegrinaggi in Terrasanta si fecero sempre più rari. Allora gli ospizi degli Ordini gerosolimitani passarono ad altri enti religiosi o si trasformarono in veri e propri ospedali, nel senso moderno della parola, al servizio delle comunità locali. Al calo dei pellegrinaggi in Terrasanta corrispose un forte incremento di quelli verso Roma e gli altri grandi luoghi di culto di tutta l'Europa. Grande merito di papa Bonifacio VIII fu quello di aver capito che bisognava dare nuovo sfogo alle moltitudini di pellegrini disposti a intraprendere il cammino della fede. Il suo Anno Santo del 1300 dimostrò che aveva avuto ampiamente ragione. Da allora, come detto, i Giubilei si sono moltiplicati con cadenza regolare di 100, di 50 anni o 25 anni, ma anche con quelli straordinari. Tra i tanti Giubilei ricordiamo quelli del 1725, quando, tra gli altri, giunse a Roma un gruppo di centosettanta schiavi riscattati; del 1875, durante il quale papa Pio IX, dopo la dissoluzione dello Stato Pontificio avvenuta cinque anni prima (Breccia di Porta Pia), per protesta, non aprì la Porta Santa ed ignorò la Città e i pellegrini; del 1925, detto “Giubileo della Pace”, dopo i disastri della Prima guerra mondiale; del 1950 indetto da papa Pio XII, che ebbe per motto: L'anno del grande ritorno e del grande perdono, dopo le immani devastazioni del secondo conflitto mondiale. Per l’occasione alla Carta del pellegrino fu, in quell'anno, riconosciuto un valore pari al passaporto per l'Italia al fine di favorire il viaggio. Durante l’anno giubilare fu proclamato il dogma dell’Assunzione di Maria. Quello del 2025 è, come detto, il secondo Giubileo indetto da papa Francesco. Il primo è stato il Giubileo straordinario della Misericordia (8 dicembre 2015-20 novembre 2016), che ha visto presenti, per la prima volta, il Papa regnante e il Papa emerito Benedetto XVI, che ha attraversato la Porta Santa dopo il suo successore sul Soglio di Pietro. Il Giubileo del 2025, indetto con la bolla Spes non confundit, resa pubblica il 9 maggio 2024, ha lo scopo di dimostrare come la «grazia giubilare permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio». Per questo si intendono «spronare gli animi dei fedeli a desiderare e alimentare il pio desiderio di ottenere l’indulgenza», stabilendo anche alcune prescrizioni e linee guida per i pellegrini. Dopo l’apertura della Porta Santa della Basilica Papale di San Pietro, si apriranno anche quelle delle basiliche maggiori di San Giovanni in Laterano, di San Paolo fuori le mura e di Santa Maria Maggiore. Le Porte Sante delle quattro basiliche resteranno aperte fino al termine del Giubileo quando torneranno ad essere murate, fino al prossimo Giubileo. Il 26 dicembre 2024, giorno di Santo Stefano, Papa Francesco ha aperto la Porta Santa anche nel carcere romano di Rebibbia, segnando un momento storico di particolare importanza e di testimonianza di fede. La Rivista Cultura “Luce”, la mascotte del Giubileo 2025, che si richiama alla cultura pop dei manga per attirare i giovani all’Anno Santo La Rivista · Ottobre-Dicembre 2024 62
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