dinalmente da uno steccato per separare la folla che procedeva nei due sensi. Dante allude ancora al Giubileo incontrando nel Purgatorio (2, 76-117) l'amico cantore Casella. Tra gli altri pellegrini, accanto al Villani ed a Dante, incontriamo a Roma un altro grande fiorentino di quel tempo, Giotto di Bondone, che poi dipinse nella basilica lateranense papa Bonifacio VIII nell'atto di firmare la Bolla che indiceva il Giubileo. Giubilei ordinari e straordinari Una grande moltitudine di fedeli si recò a Roma anche cinquant'anni dopo, in occasione del primo Giubileo con questo vero nome, indetto per il 1350 da papa Clemente VI (1342-1352), che dimezzò il termine dei cent’anni, richiamandosi alla tradizione ebraica e biblica. La Bolla di indizione, approvata quasi sette anni prima (27 gennaio 1343), che fissava l’inizio effettivo alla vigilia di Natale del 1349, fu resa pubblica solo nell’agosto di quell’anno. I tempi del Giubileo del 1350 furono identici al precedente. Gli spazi, invece, si estesero alla Basilica Lateranense. Clemente VI non si mosse, tuttavia, da Avignone, limitandosi ad inviare a Roma suoi delegati. Testimone d’eccezione di questo Giubileo fu, tra i tanti altri, anche la religiosa e mistica svedese Brigitta Birgesdotter (1303-1373), fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore, proclamata santa da papa Bonifacio IX il 7 ottobre 1391, e patrona della Svezia dal 1891. In occasione di questo Giubileo, la Città Eterna risentiva ancora degli sconvolgimenti, che avevano portato al potere e quindi costretto a fuggire il tribuno Cola di Rienzo (1347), che sarebbe poi stato ucciso nel 1354 in Campidoglio su ordine di una congiura di nobili. Tra i pellegrini di questo Giubileo troviamo anche Francesco Petrarca. Il lirico poeta del Canzoniere fece molte volte gli stessi percorsi seguiti cinquanta anni prima da Dante, ma con tutto un altro spirito. Mentre il divino poeta si aggirava tra la moltitudine accigliato e tormentato da mille pensieri, che lo opponevano a Bonifacio VIII (poi messo nell’ Inferno), il Petrarca, che godeva la stima della Chiesa, al punto tale che nel 1341 era stato incoronato con l'alloro poeta in Campidoglio, prendendo parte al Giubileo venne colmato di ulteriori onori. Tutti i successivi giubilei ebbero cadenze diverse: il “terzo” si tenne nel 1390, indetto da papa Urbano VI (1378-1389), e celebrato sotto il suo successore Bonifacio IX (1389-1404), che, dibattendosi tra un’alternanza di 33 anni, voluta da Urbano VI, e quella di 50 anni stabilita da Clemente VI, per tenere fede al dettato di Bonifacio VIII, indisse poi il Giubileo dell’anno 1400, cioè con cadenza al primo anno di ogni nuovo secolo. Bonifacio IX introdusse anche la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria senza affrontare le fatiche del pellegrinaggio a Roma, facendo un’offerta corrispondente ai costi del mancato viaggio. E fu un malanno che avrebbe portato, per un certo periodo, la Chiesa e i suoi pontefici a dare la stura al malcostume delle vendite pubbliche e codificate delle indulgenze. Una pratica che consisteva nella cancellazione dei peccati commessi dai fedeli in cambio di un'offerta in denaro o di altre opere di carità. La vendita delle indulgenze, contro cui si scaglierà Martin Lutero nel 1517, non era un abuso perpetrato dalla Chiesa corrotta di quel tempo, bensì un fenomeno strutturale sostenuto dalla dottrina teologica e canonistica, che traeva le sue origini anche dalle bolle di indizione dei Giubilei. Con il passare del tempo i Giubilei sono stati indetti anche per ricorrenLa Rivista Cultura Papa Francesco e il suo predecessore papa Benedetto XVI, insieme in occasione del Giubileo del 2015 La Rivista · Ottobre-Dicembre 2024 60
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=