guismo ufficiale è assolutamente paritario, non importa quali siano le percentuali relative delle persone che realmente parlano le tre lingue ufficiali”. L’italiano, infatti, pur essendo ufficialmente la lingua madre solo dell’8% della popolazione elvetica (residente non solo in Ticino e nel Grigioni italiano), è riconosciuto come lingua ufficiale dalla Costituzione svizzera. E soprattutto, secondo quanto affermano i sociolinguisti, “dal punto di vista legislativo non c’è al mondo un idioma di minoranza meglio tutelato dell’italiano in Svizzera”. La più rilevante conclusione cui è giunta la ricerca scientifica è che, analizzando i documenti istituzionali, è stato constatato che tra quelli svizzeri e quelli italiani non ci sono praticamente differenze significative a livello grammaticale. Non si può dire invece la medesima cosa riguardo il lessico, che evidenzia divari che vengono definiti anche notevoli. Peculiarità lessicali Le ragioni di questa discrepanza vengono individuate nella peculiarità linguistica, politica, sociale e culturale della Confederazione. In particolare, sono menzionati i cosiddetti “prestiti” dal tedesco o dal francese, termini mutuati da queste due lingue che non si ritrovano in Italia. Idiomatico, a questo riguardo, l’uso in Svizzera della parola medicamento (in francese médicament e in tedesco Medikament), in alternativa a quella di medicinale o farmaco. Ma queste specificità, sostiene Angela Ferrari, non autorizzano a ritenere che vi sia una gerarchia tra le due realtà linguistiche. Si tratta infatti, osserva l’accademica, di “peculiarità lessicali che portano spesso – soprattutto i ticinesi, ma non solo – a ritenere che l’italiano svizzero sia di minor valore di quello d’Italia” ma “non c’è naturalmente niente di vero”. L’italiano, come del resto il francese e l’inglese, sebbene in misura meno estesa, è una lingua cosiddetta pluricentrica, cioè idioma nazionale di più di uno Stato. E per questa ragione “l’italiano svizzero è la lingua di uno Stato autonomo, diverso dall’Italia, il quale ha e deve avere il diritto di mantenere le sue proprie peculiarità, senza che ciò venga considerato come una qualsivoglia svalutazione”. Comunicazione istituzionale più chiara Oltre alle specificità lessicali, vi è un secondo aspetto che marca una certa differenza tra i due Paesi ma che in un certo senso premia il modello elvetico e che attiene alla comunicazione istituzionale. Dal confronto tra i testi svizzeri e italiani è emerso che le autorità elvetiche danno grande importanza alla chiarezza della comunicazione: i testi ufficiali elvetici sono infatti fortemente orientati al destinatario e curano in modo particolare la loro leggibilità e comprensibilità. Questo si traduce in frasi brevi e non troppo complesse e i termini specialistici e settoriali vengono utilizzati solo quando è indispensabile. Uno sforzo che si ravvisa anche nell’adozione di nuovi strumenti comunicativi, assai diffusi tra le giovani generazioni, come i social media. Soprattutto dopo la pandemia di coronavirus, sempre nell’articolo di Swissinfo.ch, annota Filippo Pecorari, componente dell’équipe di ricerca basilese, “i testi sono diventati più moderni e sempre più uffici federali sono ora presenti anche su Instagram”. Video, infografiche, emoji, link e hashtag aiutano insomma a comunicare i contenuti ufficiali alle e ai giovani in modo più rapido e accattivante. “Siamo rimasti stupiti dalla grande chiarezza dei testi svizzeri rispetto a quelli italiani”, afferma Filippo Pecorari. Anche secondo l’Accademia della Crusca, una delle massime autorità in materia di lingua italiana, rileva a tal proposito Angela Ferrari, Secondo Angela Ferrari, ordinaria di linguistica all’Università di Basilea: “da chi è alla guida di un paese ufficialmente multilingue si dovrebbe poter pretendere almeno una competenza di tutte le lingue ufficiali: il che dovrebbe valere idealmente anche per i funzionari federali” La Rivista · Ottobre-Dicembre 2024 54
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