Intervista con Regina Carrai, responsabile marketing di La Via del Tè Guanto di sfida al caffè di Anna Canonica-Sawina La Rivista Incontri Buongiorno e grazie per averci concesso l’intervista. Per cominciare, ci parli dell’azienda, azienda a conduzione famigliare sin dai primi passi. La storia de La Via del Tè è una storia di famiglia, iniziata nel settembre del 1961 da Alfredo Carrai con la moglie Lalla e portata avanti oggi, insieme ai sei figli ed ai nipoti. Alfredo, affascinato dal mondo del tè accettò la sfida, seppur giovanissimo, di introdurre in Italia il consumo e la cultura di questa bevanda, allora pressoché sconosciuta in un paese orientato al consumo del caffè. La voglia di approfondire la cultura del tè, l’ha portato a compiere numerosi viaggi alla ricerca dei tè più rari, dei migliori raccolti. Sembrano pagine di un libro di avventure i primi viaggi di Alfredo in Cina, in mezzo a mille difficoltà, alla ricerca dei tè bianchi o dei tè pregiati dello Yunnan. A distanza di più di sessant’anni l’azienda è ancora familiare ed è animata dalla stessa passione degli inizi. Ogni aspetto, dalla importazione dei migliori raccolti dai paesi d’origine, alla creazione delle miscele e delle collezioni a marchio La Via del Tè, viene portata avanti in equilibrio tra innovazione e l’amore per i particolari della tradizione artigiana fiorentina. Tutto è iniziato nel 1961, quando Il fondatore dell’azienda, Alfredo Carrai, ha avviato l’importazione del tè dallo Sri Lanka – questo fatto incuriosisce: come mai Sri Lanka? Parlando di tè, ad un qualsiasi mortale vengono subito in mente paesi con alle spalle un’antichissima tradizione di questa bevanda come il Giappone, la Cina, l’India. Si sa come mai Alfredo fosse andato proprio in Sri Lanka? Sri Lanka, l’isola di Ceylon, è ancora oggi un importante produttore di tè, per volumi il quarto al mondo, specializzato nel tè nero. In Italia si conoscevano negli anni ’60 solo tè neri provenienti da Ceylon e India ed Alfredo aveva dei contatti con la piantagione Rothschild, nel distretto di Pussellawa, che si raccontava avesse prodotto il primo tè nero di Ceylon, ecco spiegato perché. Questo è stato anche il primo tè confezionato a marchio Snake Tea, con il logo, disegnato da mia madre, che rappresentava un serpente cobra, uno degli animali iconici di Sri Lanka. Fummo costretti a cambiarlo dopo pochi anni, il serpente non era una immagine particolarmente indovinata per un’azienda di tè in Italia, così lo trasformammo in quella che è rimasta la ragione sociale SNAK. Dagli anni ’60 in poi com’è andata avanti la storia? Il babbo ha iniziato ad importare direttamente il tè nero anche dall’India, soprattutto da Darjeeling, poi il tè verde dalla Cina, cominciando con il Gunpowder e poi con tè assolutamente rari e leggendari, di cui in Italia non si sapeva nulla ed è stato il primo ad importare i tè dal Giappone, Gyokuro, Sencha e Matcha. Man mano che l’azienda cresceva ed acquistava clientela ed i figli entravano in azienda, si faceva pressante la necessità di creare il nostro brand e di dare una connotazione tutta italiana alle nostre confezioni. Quando è nato l’attuale marchio e chi ha creato il nominativo? Il marchio La Via del Tè nasce nel 1996 su un’idea di Alfredo. Il logo, nuovamente disegnato da mia madre Lalla, voleva integrare la filosofia orientale del chado, la cerimonia La Rivista · Ottobre-Dicembre 2024 28
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