La Rivista

in 27 voti a favore, 19 contrari e 6 astenuti; i secondi in 39 voti contrari, 33 a favore e 4 astensioni. Il nuovo gruppo europeo dei Patrioti, il partito della sinistra e il partito di estrema destra Europa delle Nazioni sovrane (Esn) hanno votato invece per intero contro il nuovo esecutivo. Maggioranze a geometrie variabili La neo-eletta Commissione sa dunque di non avere a Strasburgo una maggioranza larga, né tantomeno stabile. Basti pensare alle posizioni di Verdi e Conservatori, che hanno appoggiato il nuovo esecutivo per ragioni diametralmente opposte: i Verdi perché temono lo spostamento a destra ravvisabile nella vicepresidenza di Fitto e nel sostegno proveniente dal gruppo Ecr; quest’ultimo favorevole solo perché convinto della possibilità di un ribaltamento delle misure del Green Deal avviate nella precedente legislatura. E se Carlo Fidanza, capo delegazione di Fdi, il gruppo politico più ampio presente in Ecr, ha dichiarato che il ruolo dei conservatori sarà proprio quello di spostare l’asse di questa legislatura europea verso destra, il co-presidente di Ecr Nicola Procaccini ha precisato, in una conferenza stampa seguita al voto per la Commissione, che ogni futura votazione avrà “una maggioranza diversa, basata sui contenuti”, a conferma di quanto continuerà ad essere importante per Von der Leyen la capacità di giungere ad accordi e compromessi per superare le divisioni e guadagnare consenso. Non a caso, la Presidente Von der Leyen, nel presentare il programma e la nuova squadra di governo al Parlamento, in vista della votazione, ha sottolineato che “forgiare compromessi è il segno distintivo di una democrazia vivace” ed è rimasta su un piano di contenuti quantomeno generico. In apertura, ha richiamato l’impegno e i sacrifici della “lotta per la libertà e la democrazia” che “ci unisce come europei - il nostro passato e il nostro presente, le nostre nazioni e le nostre generazioni”, impegno che è “la ragion d'essere della nostra Unione e rimane una forza trainante più che mai oggi". Il libro bianco sul futuro della difesa europea Collegato a questo impegno è il sostegno all’Ucraina, che unisce i 27 Stati dell’Unione sin dall’inizio dell’aggressione russa, ma anche l’attenzione verso il conflitto in Medio Oriente, così come la consapevolezza che occorrono massicci investimenti per la sicurezza e la crescita dell’Ue. Proprio sul fronte della Difesa, Von der Leyen ha annunciato la presentazione nei primi 100 giorni di questo mandato di un libro bianco sul futuro della difesa europea, settore in cui promette di aumentare gli investimenti che oggi si attestano ad una media dell’1,9% del PIL. “La Russia spende fino al 9% del suo PIL per la difesa – ha ricordato la Presidente della Commissione, segnalando come l’Europa debba essere su questo fronte “tanto ambiziosa quanto gravi sono le minacce”. Ha inoltre sottolineato che “la nostra sicurezza dipende dalla nostra capacità di competere, innovare e produrre”, annunciando di voler avviare la “prima grande iniziativa” del suo esecutivo intorno ai 3 pilastri indicati nel rapporto sulla competitività europea da Mario Draghi. La “bussola della competitività”, che guiderà il lavoro di Bruxelles, sarà incentrata infatti su: strategie per colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina; la predisposizione di un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività; l’aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze da Paesi terzi. Il Green Deal e la crisi del settore auto Sul tema del Green Deal, il più contestato dai Conservatori, Von der Leyen ha ribadito la volontà di mantenere gli impegni presi, pur annunciando l’intenzione di “accompagnare meglio le persone e le imprese lungo il percorso”, dedicando particolare attenzione al futuro dell’industria automobilistica. A questo proposito, la Presidente ha detto di voler riunire “tutte le parti interessate attorno a un tavolo, per ascoltarci a vicenda e per progettare insieme delle soluzioni mentre questo settore attraversa una transizione profonda e dirompente”. “L'industria automobilistica è un orgoglio europeo. Milioni di posti di lavoro dipendono da essa e insieme dobbiamo assicurarci che il futuro dell’automobile continui a essere Carlo Fidanza, capo delegazione di Fdi al Parlamento europeo La Rivista · Ottobre-Dicembre 2024 16

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