La Rivista

La Rivista La Dieta rivista Negli ultimi tempi, i prodotti a base vegetale stanno spuntando sugli scaffali dei supermercati con la stessa rapidità con cui i funghi compaiono dopo una pioggia autunnale. C'è chi ne è entusiasta e chi storce il naso, e spesso le discussioni raggiungono toni accesi, come dimostrato dalle recenti polemiche attorno alla Nutella vegana. Ma cosa c’è davvero dietro questa tendenza? E soprattutto, cosa possiamo cogliere di vantaggioso per noi? Iniziamo dalla Nutella vegana: un cambiamento troppo grande da digerire? Quando si parla di Nutella, la passione si accende facilmente. Chi non fatto merenda da piccoli – sì, me compresa - con la famosa crema spalmabile? Se già il cambiamento è difficile da accettare in generale, figurarsi se riguarda un alimento che ci accompagna fin dall’infanzia e che è diventato praticamente un’icona per milioni di persone in tutto il mondo. Così, quando è stata annunciata l’uscita della versione vegana, per molti è stato come annunciare la fine del mondo: “Ma come, togliere il latte alla Nutella? Siamo matti?”. La reazione è stata, per usare un eufemismo, colorita. Accanto agli irriducibili che proprio non ci stanno a cambiare la crema che è più di una crema, ma una coccola, un tuffo nella nostalgia, la merenda “insostituibile”, però, ci sono anche i sostenitori della sostenibilità ambientale e della salute, che vedono nei prodotti vegetali un’opportunità per ridurre l’impatto ambientale e migliorare il proprio stile di vita. Questa divisione riflette un dibattito più ampio che coinvolge l'intera industria alimentare: è possibile conciliare tradizione e innovazione? E, soprattutto, dobbiamo davvero scegliere tra versione vegan e tradizionale? L’innovazione alimentare: quando la scienza si mette a tavola Mentre noi ci accapigliamo su Nutella veg sì o no, la scienza continua a fare passi da gigante. Tra le scoperte più sorprendenti degli ultimi anni c’è lo sviluppo della carne coltivata in laboratorio, che permette di ottenere proteine animali senza bisogno di allevamenti intensivi e macellazioni. Certo, l’idea di una bistecca cresciuta in una provetta può non suscitare l’acquolina in bocca a tutti, ma dal punto di vista ecologico ed etico, può rappresentare molti vantaggi. Senza contare che, presto, potrebbe essere indistinguibile dalla carne “tradizionale”, anche dal punto di vista del sapore. Altre alternative vegetali sono già entrate, di fatto, nell’alimentazione di molti: le bevande e gli yogurt di soia, mandorla e avena sono ormai quasi più diffusi del latte vaccino, e le “carni” a base di piselli o soia stanno diventando protagoniste persino del “Grillieren” estivo. E tutto questo non solo tra vegani e vegetariani, ma anche per chi vuole ridurre (senza eliminare!) il consumo di carne, anche perché diversi prodotti sono decisamente gradevoli anche al gusto. Un aspetto da sottolineare è che questi nuovi cibi non nascono solo per rispondere ad esigenze etiche, ma anche per migliorare la salute. Se da una parte, il consumo moderato di carne fa anch’esso parte di un’alimentazione equilibrata e di uno stile di vita conviviale, è ormai appurato che un suo eccesso, soprattutto di carne rossa e lavorata, può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, tumori e altre malattie croniche, diabete compreso (ma come, non ha a che fare solo con lo zucchero? No, ma ve lo spiego in una delle prossime puntate). di Tatiana Gaudimonte L'ASCESA DEI PRODOTTI VEGETALI: TRA POLEMICHE E OPPORTUNITÀ PER UNA DIETA EQUILIBRATA La Rivista · Settembre 2024 82

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