La Rivista

dai miei studi liceali, posso dire di essere molto contento di avere fatto le mie scuole in Italia. Se le avessi fatte in Svizzera, infatti, le cose sarebbero andate diversamente. La selezione spietata mi avrebbe segato le gambe e gli insegnanti, che qui un tempo avevano sempre ragione, mi avrebbero indirizzato verso altri tipi di professione, magari meno gratificanti. E io mi sarei adeguato senza particolari problemi. Tanto un lavoro, dopo un apprendistato, lo avrei trovato comunque. Che c’entra Giulio Cesare con i Rolling Stones? Un giorno ho incontrato un’amica italiana in una caffetteria di una cittadina svizzera. Abbiamo una formazione scolastica simile. «Sono perplessa su quello che fa mio figlio nel migliore liceo della città», mi ha detto la mia amica. «Ci sono problemi?» le ho chiesto. «No, ha ottimi voti. Gli piacciono le materie scientifiche che vengono trattate molto bene. Il problema è che nelle materie umanistiche mi sembra piuttosto scarso. Ho la sensazione che nelle scuole svizzere, di certe cose non interessa niente a nessuno», mi ha risposto l’amica. «In che senso?». «Per esempio, non ho mai capito perché alle elementari non esiste un’antologia che raccoglie piccoli racconti per bambini, come quelli di Rodari giusto per dire un nome. Alle scuole medie mi ricordo che la nostra insegnante di italiano ci parlava di Leopardi e Carducci. Mio figlio, invece, non conosce nessun poeta di lingua tedesca. Al liceo il mio insegnante ci ha parlato della Storia della letteratura italiana, partendo dai poeti siciliani del Medioevo e finendo con Montale e Ungaretti. Gli insegnanti di mio figlio, invece, leggono e commentano l’attualità attraverso gli articoli di giornale o piccoli racconti di autori moderni, tralasciando completamente gente come Goethe o Schiller, per non parlare dei Minnesänger o del Carme dei Nibelunghi, mai pervenuti. E lascio perdere le mie perplessità su come viene insegnata la Storia. Per esempio, quali sono i criteri logici per cui un’insegnante decide di parlare per due lezioni degli antichi romani in Svizzera, dando piccoli lavori di gruppo con vecchi articoli tirati fuori all’occorrenza dal suo classificatore, fa fare l’esame con le crocette, e subito dopo parla dei Rolling Stones? Qual è il nesso tra le due cose?». Ho guardato la mia amica e sono scoppiato a ridere. Mi è venuto in mente che Mick Jagger, con l’età che ha, avrebbe potuto tranquillamente conoscere Virgilio. Mi sono immaginato il poeta latino che mostra l’inferno al cantante inglese, facendogli scegliere il girone migliore per lui. Principi pedagogici e filosofia di vita Personalmente ne ho sentite di tutti i colori quando mi occupavo della formazione degli insegnanti negli istituti di Pedagogia elvetici. All’inizio mi stupivo di questa “ignoranza” manifestata senza problemi, poi ho capito che il motivo di questa apparente impreparazione sta a monte. Ogni sistema educativo è basato su determinati principi pedagogici che rispecchiano una certa filosofia di vita che, nel corso del tempo, può essere anche messa in discussione. In Italia, per esempio, lo studio è (ancora) visto come un mezzo indispensabile per migliorare la propria situazione sociale ed economica. La letteratura italiana, scientifica e no, che parla di Scuola è immensa, ma è significativo il fatto che ancora oggi il principio del diritto allo studio, uguale per tutti e sull’intero territorio nazionale, viene considerato come sacrosanto. Sulle conseguenze e le contraddizioni di questo postulato aprioristico possiamo discutere all’infinito, ma una laurea triennale o magistrale, soprattutto in materie umanistiche, oggi non garantisce proprio nulla. Purtroppo. In Svizzera, invece, i presupposti sono completamente diversi. In un Paese plurilingue e federale, anche l’organizzazione del sistema scolastico risulta essere estremamente frammentario. Non solo ogni cantone segue i propri piani formativi, nonostante alcuni sforzi mirati ad armonizzarli tra loro, ma perfino tra le singole scuole dello stesso comuQuali sono i criteri logici per cui un’insegnante decide di parlare per due lezioni degli antichi romani in Svizzera …. La Rivista · Marzo 2024 53

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