La Rivista

urbani è aumentata dal 2003 ad oggi dal 15,3 al 23,3%. Finanza pubblica e debito pubblico Nell’ultimo anno è proseguito il miglioramento del quadro di finanza pubblica, con una riduzione dell’incidenza sul Pil dell’indebitamento netto (dall’8,6 al 7,4%) e del debito (dal 140,5 al 137,3%). Negli ultimi quattro anni – ha rilevato il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, la politica monetaria ha operato in un difficile contesto. La discesa dei tassi, diversamente dal passato, determinerà un deciso calo della liquidità in circolazione e un conseguente impulso restrittivo nel mercato creditizio dopo l’espansione degli ultimi anni. Una tale zavorra dei debiti costringe l’Italia ogni anno a impegnare considerevoli risorse pubbliche per onorare interessi. Affrontare il problema del debito richiede un piano credibile volto a stimolare crescita e produttività, realizzando un miglioramento dei conti pubblici. Sono necessarie scelte attente specie dal lato della spesa, al fine di riorientarne la composizione in favore dello sviluppo. In Italia il “premio di rischio” (lo spread di credito sul debito sovrano) è oggi storicamente basso conferma Kevin Thozet – membro del Comitato d’investimento di Carmignac. Il motivo? Il governo rappresenta una garanzia di continuità. Non si è dimostrato così contro corrente come era stato dipinto. Altro fattore di salvaguardia è il fatto che il debito italiano benefici del sostegno dei risparmiatori italiani e questo è un fattore importante. Sono elementi favorevoli che spiegano perché il premio di rischio del debito resti relativamente debole. In tale contesto lo scenario è positivo per Italia, Spagna, Francia e altri Paesi europei. Vero è che ci sono fondamentali dell’economia che si degradano e dal 2020 si assiste ad un transfert di imprese e famiglie verso lo Stato a motivo dell’aumento massiccio del debito pubblico negli Usa e in Europa. Quando un Governo emette titoli di debito, ciò non depone a favore dell’economia ma della crescita. Gli operatori economici, che operano con lo Stato, sono oggi meno indebitati e ciò gioca a favore, con tassi di remunerazione interessanti. In Italia vi sono le grandi imprese nel ramo delle materie prime o le banche. Così si investe in strumenti più complessi: non con debiti ibridi ma con strumenti obbligazionari che offrono remunerazioni interessanti. C’è un rischio legato al Paese con remunerazioni attrattive. Le azioni italiane sono generalmente cicliche e vi è un modo interessante di diversificare il portafoglio a tenaglia. Da una parte con investimenti prudenti e dall’altra con quelli più ciclici. Nella quota prudente si investe nel settore della salute, AI, tecnologia, in imprese poco indebitate e margini elevati, relativamente stabili. In compenso, la parte più ciclica può assumere maggior rischio, ad esempio con banche italiane con valorizzazioni basse. La Rivista Italiche

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