La Rivista

Umberto Tozzi, i suoi prossimi Concerti: • 20 marzo, ore 20.00: Bierhübeli, Berna • 21 marzo, ore 19.30: Théâtre du Léman, Ginevra filosofia è presente in ogni campo, non solo nel mio; è una questione di fortuna nascere con un certo talento e successivamente avere la fortuna di riuscire a identificarlo, svilupparlo, e coltivarlo con passione. Non faccio paragoni diretti con artisti come Modugno e altri, poiché mi considero certamente fortunato, ma allo stesso tempo uno tra tanti artisti che, nel mondo, hanno avuto l'opportunità di sviluppare un repertorio originale. Dall'epoca dei Beatles in poi, si sono verificate cose straordinarie dal punto di vista creativo nel mondo della musica. Per noi che siamo cresciuti in quel periodo, è stata un'epoca di grande ricchezza culturale. In Italia, abbiamo avuto la fortuna di avere figure come Lucio Battisti, che rappresenta per me l'artista più significativo e grande della musica italiana. Mi riallaccio a quanto hai detto una volta sull'originalità. In una tua intervista, hai menzionato che nella tua generazione sono state scritte canzoni originali, e proprio per questo motivo resistono nel corso del tempo. Ci spieghi cosa intendi come originale? L'originalità sta nell'idea – magari in questo senso: non c'è solo melodia, non ci sono solo le parole ma anche il suono e la personalità vocale. Sono queste delle componenti molto importanti. Quindi, se hai la fortuna di mettere insieme ingredienti come suono, personalità vocale e originalità nello scrivere, hai fatto la cosa giusta. E la gente ti ascolta. Tu stesso sei un personaggio originale a modo tuo: sali sul palco con calma e saggezza, curando un look attuale che si distingue dagli altri musicisti. Da bambino e giovane avevo i capelli rossi, un tratto distintivo. Nonostante fossi un tipo più riservato e non cercassi di attirare l'attenzione nella cerchia giovanile, ero sempre visibile... Indovina un po', chi chiamava la polizia quando durante una partita di calcio si era rotto un vetro di uno stabile? Da qualche parte ho sentito che la tua voce non ti sarebbe piaciuta. Come mai? Onestamente, ho fatto pace con questa cosa circa una decina di anni fa. In quel periodo, ho compreso più o meno che la mia voce poteva essere un elemento riconoscibile e interessante, capace di esprimere emozioni. In precedenza, non lo comprendevo completamente. Non perché non potesse esserlo, ma perché non ho mai amato il timbro della mia voce. Insomma, non mi piaceva. Adesso invece mi rendo conto che, tra l'altro, canto anche meglio rispetto a quando ho iniziato questa carriera. Mi diverto di più durante i concerti perché capisco il mio potenziale e apprezzo il mio timbro vocale. Sono consapevole di questa caratteristica. È qualcosa che ho acquisito nel corso degli anni. Per avere successo, uno che cosa deve fare? Dare spazio alla spontaneità e alla naturalezza. È sempre un piacere guardare musicisti come Eric Clapton o David Gilmour dei Pink Floyd. Sono autentici, semplici e non si fanno illusioni. Sono ciò che sono, e questo è perfetto. I grandi musicisti sono di solito molto umili. I prossimi progetti tuoi? Concludo il Gloria Tour, per progettarne un altro che nel 2024 mi riporterà in tutta Europa. Inoltre, è previsto un nuovo disco che ripescherà il meglio del meglio del meglio ... La Rivista · Dicembre 2023 83

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