La Rivista

racconti del de Saussure a scalare le Alpi. I due ginevrini non furono però i soli a cantare la bellezza della natura e delle montagne, a loro si erano aggiunti molti atri scrittori svizzeri, tra cui il poeta e pittore zurighese Salomone Gessner (1730-1788) con i suoi Idilli e il bernese Albrecht von Haller (1708-1777) con il suo poema Le Alpi. Nel giro di qualche decennio gli svizzeri riuscirono a trasformare dall'orrido in sublime la visione delle loro montagne. Quel nuovo modo di sentire e di vedere la natura contaminò ben presto gli artisti di mezza Europa. L' invenzione del paesaggio avrebbe avuto il suo punto più alto con l'affermarsi del Romanticismo ed il suo divino corrispondersi di anima ed evento naturale. La Svizzera divenne allora meta di letterati ed artisti europei. Scrittori, poeti, pittori fecero a gara nel descrivere, cantare e raffigurare la magnificenza delle Alpi. Crocicchio del Gran Tour Le opere pittoresche che ne illustravano la loro bellezza e la loro salubrità non si contarono più. Le Alpi divennero, dunque, meta annua di migliaia di persone. Ne nacque una nuova e fiorente industria: quella del turismo, che prima si servì degli alberghi posti sulle rive dei laghi e lungo le vallate, poi, con l'inaugurazione del primo albergo di montagna posto sul Rigi (1816), vide il sorgere di imponenti centri alberghieri direttamente sulle sommità delle Alpi. La Svizzera, anche grazie alla sua posizione geografica, divenne allora il crocicchio del Gran Tour, la nuova moda, nata in Inghilterra, di quanti partivano per visitare i vari paesi europei, con destinazione finale l’Italia. Da Tour sarebbe poi derivata la parola turismo. Tra i primi grandi turisti in Svizzera ci furono gli inglesi Percy Bysshe Shelley (1792-1822), lord George Gordon Byron (1788-1824), John Cam Hobhouse (1786-1869), e i tedeschi Johann Wolfgang von Goethe (17491832), Heinrich von Kleist (1777-1811), Carl Maria von Weber (1786-1826) e Felix Mendelssohn (1809-1847). Per una clientela di tanta classe e di una così elevata posizione culturale ed economica bisognava avere delle strutture adeguate. Nel giro di pochi decenni si sviluppò allora una catena di alberghi di lusso con tutti i comfort: dai servizi alle offerte di svaghi e di cura, dalle terme alle attrezzature sportive, dai trasporti alla gastronomia. La prima scuola per albergatori Per garantire un migliore servizio, accanto alle strutture ricettive, si svilupparono allora le scuole alberghiere, per cuochi, per camerieri, per il personale specializzato ai vari livelli. Fu infatti in Svizzera che nacque la prima scuola per albergatori, i cui principi basilari sono ancora oggi rappresentati dalla Swiss Hotel Management School, la più importante istituzione del settore ospitalità al mondo. Già nella prima scuola per albergatori, tutto era regolato da un rigoroso disciplinare per ogni settore: dalla ricezione al servizio ai tavoli e a quello in camera, tutto doveva essere pratico e perfetto. Nelle scuole alberghiere si insegnavano le lingue, il portamento, l’uso delle varie divise, la cortesia per soddisfare le richieste e le aspettative di una clientela Il Grand Hotel Mediterranee di Pegli in una cartolina del 1910 La Rivista · Dicembre 2023 42

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