La Rivista

Trasferimento di attività Il testo licenziato dal Governo promuove anche lo svolgimento nel territorio dello Stato italiano di attività economiche, attraverso un incentivo fiscale che consiste nella non concorrenza alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’IRAP del 50% del reddito imponibile derivante dalle attività d’impresa e dall’esercizio di arti e professioni esercitate in forma associata trasferite in Italia e precedentemente svolte in un Paese estero, diverso da uno Stato appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo. L’agevolazione si applica nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i cinque periodi di imposta successivi alla scadenza del regime di agevolazione. Si prevede il recupero del beneficio qualora l’attività economica trasferita, per la quale si è goduto dell’agevolazione, venga successivamente trasferita in uno Stato non appartenente all’Unione Europea e allo Spazio economico europeo durante il periodo in cui si beneficia dell’agevolazione o entro dieci periodi di imposta dal termine del regime di agevolazione. Non sono incluse tra le attività agevolabili quelle esercitate nel territorio dello Stato nei 24 mesi antecedenti il loro trasferimento. Si tratta di una limitazione “volta ad evitare che siano agevolate attività già in precedenza esercitate in Italia e trasferite all’estero per poi essere nuovamente trasferite nel territorio dello Stato al solo fine di beneficiare del vantaggio fiscale”. Valorizzazione, promozione e tutela del Made in Italy Ottenuto il via libera della Camera, è atteso in Senato il ddl per la “Valorizzazione, promozione e tutela del Made in Italy”, che il Ministro Urso ha definito “provvedimento cardine nella politica industriale del nostro Paese, strategico per tutelare e valorizzare il nostro marchio nel mondo, con il “Fondo sovrano” e il Liceo del Made in Italy che entreranno subito in funzione”. Meno entusiaste le opposizioni che parlano di “ennesima propaganda” da parte del Governo, accusato di aver confezionato una “scatola vuota”, che mette in campo pochissime risorse. Ambiziosi gli obiettivi del provvedimento, enunciati all’articolo 1: valorizzare e promuovere, in Italia e all'estero, le produzioni d'eccellenza, le bellezze storico artistiche e le radici culturali nazionali, quali fattori da preservare e tramandare non solo a fini identitari ma anche per la crescita dell'economia nazionale nell'ambito e in coerenza con le regole del mercato interno dell'Unione europea. L'articolo 2, come modificato in Commissione alla Camera, prevede che le amministrazioni centrali e locali orientino la propria azione ai principi del “recupero delle tradizioni, della valorizzazione dei mestieri, del sostegno ai giovani, che operano o intendono impegnarsi nei settori che determinano il successo del made in Italy, nonché alla promozione del territorio e delle bellezze naturali e artistiche e del turismo”. Secondo quanto inserito in sede referente, le attività di tutela e di valorizzazione all'estero dell'eccellenza produttiva e culturale italiana sono svolte in sinergia con le rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari, gli istituti italiani di cultura e gli uffici all'estero di ICE-Agenzia, nel quadro delle linee guida e di indirizzo strategico definite dalla Cabina di regia per l'internazionalizzazione. La Rivista Burocratiche La Rivista · Dicembre 2023 20

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